Il capannone, dove fino a cinque anni fa lavoravano 130 persone e oggi in disuso, era nei fatti vuoto e aperto: la Ceramica Saba è infatti in concordato preventivo e nell’ex stabilimento non è rimasto più nulla, se non qualche pezzo da esposizione e qualche faldone di documenti. Ad accorgersi del rave sono stati solo ieri mattina i carabinieri che hanno presidiato per tutta la giornata i cancelli del capannone, senza entrare (anche per evitare reazioni sproporzionate), ma identificando centinaia di giovani che uscivano alla spicciolata. Per loro potrebbe configurarsi il reato di occupazione abusiva di un immobile, ma molto dipenderà da come vorrà procedere il commissario giudiziario e quello liquidatore dell’azienda. Danni particolari, infatti, non sono stati fatti alla struttura (anche perché completamente vuota) se si esclude qualche murales. Tra i partecipanti c’è anche chi è finito in ospedale per l’uso eccessivo di alcol e droga: fortunatamente nulla di così grave da non potersi risolvere con una lavanda gastrica. Resta l’interrogativo su come e perché gli organizzatori abbiano scelto proprio Raiano.
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