Luisa Tratzi sbarca a Roma, tra tacchi e colori storia di una 29enne che ce l'ha fatta

Luisa Tratzi sbarca a Roma, tra tacchi e colori storia di una 29enne che ce l'ha fatta
di Costanza Ignazzi
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Domenica 15 Ottobre 2017, 19:52 - Ultimo aggiornamento: 20:30

Ventinove anni, una passione per arte e architettura e una carriera solo all'inizio. C'è anche Luisa Tratzi, italiana, tra i più promettenti designer emergenti scelti da Footwear News, istituzione nel mondo delle calzature. Luisa, torinese dal cognome di origine sarda, look bon ton e idee chiare, ha appena allestito personalmente la nuova vetrina alla Coin Excelsior di via Cola di Rienzo dove sono in vendita sette modelli della sua ultima collezione: tacchi chilometrici, colori d'impatto e insoliti ricami. «Luxury shoes» sfoggiate ultimamente anche da vips come Michelle Hunziker e Serena Rossi.

Le scarpe che disegni sembrano opere architettoniche dal sapore un po' retro. Dove trovi l'ispirazione?
Per questa particolare collezione mi sono divertita a unire due elementi molto diversi: ho pensato al guardaroba di Maria Antonietta inserito nella scuola Bahaus, in pratica un mix tra linee pompose e fiocchetti vezzosi e una chiave moderna e funzionale. Ma essendo figlia di architetti ho anche questo grande interesse per l'architettura e l'arte, come designer penso bisogni lasciarsi ispirare da tutto quello che ci circonda, quindi sì anche a natura e viaggi, soprattutto per la selezione dei cromatismi.

La tua prima collezione è del 2014. Quando è scoccata la scintilla per le calzature?
Dopo gli studi di fashion design a Milano ho cominciato a lavorare nel mondo dell'abbigliamento, poi nel 2011 ho avuto l'occasione di realizzare una mostra dedicata alle scarpe e da lì non ho più smesso. Ho cominciato a fare ricerche su tutto il processo produttivo: le nostre scarpe vengono prodotte interamente in Italia, tra Parabiago e Vigevano, componenti, assemblaggio, tacchi.

Per una giovane designer il percorso non sarà stato privo di ostacoli.
Le difficoltà sono state tante, soprattutto a livello produttivo. A volte mi sono scontrata con l'impossibilità di realizzare quello che volevo e ho dovuto forzare un po' le consuetudini. Questo è stato lo scoglio maggiore, perchè ho dovuto acquisire un certo grado di conoscenza in modo da capire e anticipare i problemi produttivi. Dovevamo affidarci completamente a chi produce scarpe da 50 anni, un po' di resistenza all'innovazione c'è stata, ma poi tutto si può fare se ci sono le competenze.
 

 


Di che tipologia di scarpe ha bisogno la donna di oggi?
Per l'inverno è fondamentale avere almeno un paio di ankle boots, io li ho rivisitati in versione un po' meno noiosa, scolpendoli con dei ricami che fanno intravedere il piede. Personalmente uso molto anche le ballerine e modelli comodi: al momento c'è un grande ritorno del tacco medio, così per la prossima primavera-estate ho pensato a un tacco cilindrico che somiglia a una sorta di molla. Ma l'importante è che le scarpe che indossiamo ci facciano sorridere, questo è il mio motto: ogni scarpa un sorriso.

Non a caso stai puntando sulla personalizzazione dei tuoi modelli.
Sul nostro sito, sul quale attiveremo a breve l'e-commerce, c'è la possibilità di scegliere materiale e colore. Ci stanno contattando anche dall'estero perchè è molto difficile trovare una scarpa artigianale che sia anche personalizzabile. Attualmente i modelli personalizzati costituiscono il 10-15% della produzione e le richieste sono in aumento.

A soli 29 anni puoi dire di aver realizzato un sogno, come vedi il tuo futuro?
Dei sogni ancora da realizzare preferisco non parlare (ride) ma da un po' sto valutando di iniziare a disegnare borse. Abbiamo già avuto qualche richiesta, le cartelle colori sono ampie e la borsa è l'accessorio per eccellenza da abbinare con le scarpe. Poi punteremo anche sull'estero: far crescere il marchio è un lavoro quotidiano che ha sempre bisogno di nuova “benzina”.

 

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