Benevento, donna maltrattata dai vigili: la Corte di Strasburgo condanna l'Italia

Benevento, donna maltrattata dai vigili: la Corte di Strasburgo condanna l'Italia
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Giovedì 12 Ottobre 2017, 23:12 - Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 10:20
L'Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani per i maltrattamenti subiti da una donna da parte di alcuni agenti della polizia municipale. Le indagini sul fatto denunciato da Tiziana P., nell'aprile del 2013, non sarebbero state approfondite. L'inchiesta era stata chiusa nell'ottobre 2014 nonostante l'opposizione della donna, 42 anni e residente a Benevento.

Nel pomeriggio del 2 aprile 2013 la quarantatreenne viene fermata in auto da una pattuglia della municipale che sospetta che lei stia guidando in stato di ebbrezza. Nella denuncia la donna racconta di essere stata trascinata fuori dell'auto e di essere stata portata alla stazione di polizia comunale dove un ufficiale ha iniziato a redigere un rapporto per guida sotto effetto dell'alcol. Le sarebbe stata negata la possibilità di utilizzare il telefono. Quando ha provato ad alzare la cornetta, un ufficiale l'avrebbe colpita e ammanettata. Poi, le avrebbe rimosso le manette in modo violento, fratturandole il pollice. La versione degli agenti era stata invece che la donna, ubriaca, si era rifiutata di fare l'alcol test per poi aggredirli sia verbalmente che fisicamente.

Rapporti medici di due ospedali hanno rilevato la frattura del pollice e lesioni traumatiche.
L'inchiesta, scaturita dalla denuncia della donna, è finita con un non luogo a procedere. La Corte di Strasburgo ha stabilito che le autorità italiane «non hanno fatto alcun tentativo concreto per spiegare, o anche verificare, i fatti che hanno portato alla frattura del pollice della donna e questo nonostante il governo abbia riconosciuto che la lesione è stata causata dall'uso della forza degli agenti sulla donna». La Corte ha quindi condannato l'Italia a risarcire la vittima con 20mila euro: 12mila per danni morali più 8 per le spese. «È indecente e costoso che in Italia si continuino a violare i diritti umani», commenta Patrizio Gonnella presidente dell'associazione Antigone. «Ciò che emerge da questa condanna da parte di Strasburgo all'Italia è che - sottolinea Gonnella - nessun corpo di polizia è esente dal rischio di incorrere in maltrattamenti». «Così come - aggiunge - negli organi giudiziari non c'è adeguata attenzione a raggiungere la verità e ad assicurare giustizia a chi ha subito maltrattamenti da personale in divisa».
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