Samsung, l'informazione ai tempi degli smartphone: il caso Upday

Samsung, l'informazione ai tempi degli smartphone: il caso Upday
di Alessandro Di Liegro
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Mercoledì 13 Settembre 2017, 14:44
Nel mondo vi sono più sim card che esseri umani. L'80% di chi ha uno smartphone preferisce i dispositivi mobili al computer. Questi dati, fra gli altri, implicano la necessità di dover ripensare radicalmente la produzione di notizie, seguendo le tendenze di chi ne fruisce, per un prodotto sempre più su misura di utente e privilegiando la qualità dell'informazione. È l'esempio di Upday, l'app aggregatore di notizie di Samsung, frutto di un accordo fra la casa coreana e l'editore tedesco Springer, preinstallato su ogni dispositivo – persino sugli smart-fridge – e presente in 10 nazioni nel mondo, per 16 edizioni dell'app, fra cui in Italia. A Milano, negli spazi del Talent Garden, una vera e propria redazione giornalistica seleziona le notizie, verificando le fonti e garantendo un servizio di top news agli utenti Samsung – i cui smartphone restano i più venduti in Italia – oltre al servizio di “mynews” a cui provvede un algoritmo proprietario di machine learning che non solo offre i contenuti che l'utente sceglie, ma che verifica le tendenze di lettura e provvede a dare contenuti simili a quelli verso cui l'utente ha dimostrato interesse.

A parlare dell'esperienza di Upday, in un incontro moderato dal Social Media Manager di Fiera Milano Filippo Poletti, Giorgio Baglio e Federico Toman, rispettivamente direttore e mobile editor di Upday: «Diamo la possibilità di un giornalismo su misura – spiega Baglio - grazie a un algoritmo che apprende le preferenze, in base a quello che il lettore legge. Noi possiamo proporre al lettore articoli che possono interessargli». «Insieme a quest'algoritmo, l'innovazione di Upday sono le top news, fornite dalle redazioni, presenti in tutta Europa, che decidono il menu della giornata, selezionano notizie, combattono fake news, scelgono le fonti per privilegiare le informazioni di qualità e portare traffico verso un giornalismo di qualità, portando revenues nelle casse delle testate che fanno da fonti» continua Baglio. Fra le peculiarità di Upday è la possibilità di inviare notifiche push alle milioni di persone in possesso di un cellulare Samsung e che non hanno disattivato tali notifiche dalla app: «Usiamo questo strumento con incredibile parsimonia – prosegue Baglio – perché dai nostri studi abbiamo rilevato come troppe push possono risultare indigeste agli utenti. Arrivare a milioni di persone in un secondo è un esercizio di grande responsabilità, e facciamo decine di verifiche prima di lanciare una notifica push e solo per avvenimenti di grande rilevanza». Il giornalismo sui mobile implica la necessità di cambiare il linguaggio con il quale si approccia all'utenza: «La nostra app funziona attraverso delle card che l'utente può swipare a destra o sinistra a seconda del maggiore o minore interesse verso una notizia. La notizia viene approfondita con infografiche, brevi video con testi, immagini e testi sintetici ma di qualità. Gli utenti non hanno spesso molto tempo a disposizione per leggere le notizie: il tempo di permanenza medio sulla nostra app è altissimo, oltre i 5 minuti» conclude Baglio.

Toman ha l'onere di spiegare in che modo la redazione di Upday lavora praticamente: «Siamo 5 redattori e lavoriamo secondo turni per coprire dalle 6 alle 23, come un'agenzia di stampa, quindi anche le domeniche e i festivi. Per le top news selezioniamo, attraverso un newsfeed che abbiamo scelto a monte, le notizie che ci sembrano più importanti e verifichiamo quale testata l'ha trattato meglio a nostro parere. Poi realizziamo un titolo e un piccolo sommario e lo inseriamo nelle top news. La sezione “my news” è invece gestita dall'algoritmo a seconda delle preferenze dell'utente fra oltre 200 testate».

Upday non si accavalla alle altre testate, inviando traffico che poi ritorna in revenues verso le proprie fonti: «In Inghilterra è capitato che una push riportasse a una notizia di un piccolo sito locale. Il direttore ha chiamato per ringraziare e chiedere di togliere il link perché i loro server erano andati in tilt per il troppo traffico», ha spiegato Baglio affermand come 7 utenti su 10 aprono la notifica push di una notizia, per poi leggerla. Rispondendo poi alle domande dei giornalisti presenti in sala è emersa una curiosità: «Sembra che Upday sia nato in un karaoke di Seoul – racconta Baglio – in un meeting fra il capo di Samsung, Mark Zuckerberg e il Ceo di Springer. Fra una canzone e l'altra sembra che Zuckerberg abbia detto: “Ma perché non mettete su un servizio di aggregatore di notizie sui dispositivi Samsung»?
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