I NUMERI
Secondo un recente studio dell'Oms (l'Organizzazione Mondiale della Sanità) sarebbero infatti oltre settecento milioni le persone che non hanno accesso a fonti di acqua potabile, e di questi oltre la metà vive in Africa. Se poi si parla di acqua sicura, subito disponibile a casa, i numeri diventano ancora più grandi: nel mondo (rapporto Oms-Unicef 2017) tre persone su 10, ovvero 2,1 miliardi, sono di fatto tagliati fuori.
L'obiettivo quindi è duplice: portare l'acqua dove non c'è ed utilizzare meglio, anche riciclandola, quella che transita nelle zone con meno problemi. Ma per farlo, secondo quanto diranno oggi e domani a Tel Aviv molti degli esperti che prenderanno parte al Watec, la parola chiave è una: le nuove tecnologie. Una strada già intrapresa e che può contare su esperienze fatte un po' in tutto il mondo. Dai pannelli solari che "puliscono" l'acqua in Messico ai progetti israeliani in India e Vietnam (fogli di plastica per condensare l’acqua dall’aria calda), fino alle esperienze italiane con sistemi di sensori al suolo per rilevare lo stress idrico della terra e l'irrigazione con i droni.
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