Blitz antiterrorismo anche a Roma
perquisizioni in città e a Viterbo

Blitz antiterrorismo anche a Roma perquisizioni in città e a Viterbo
di Michela Allegri e Sara Menafra
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Martedì 22 Agosto 2017, 00:09 - Ultimo aggiornamento: 23 Agosto, 15:54

Due settori di verifica diversi, da controllare in parallelo, per capire se i «ragazzini» di Ripoll, autori della strage di Barcellona, avessero contatti in Italia. Nelle scorse ore e giorni Ros e Antiterrorismo hanno perquisito e ascoltato a Roma persone considerate «vicine» ad ambienti del radicalismo islamico. Un’area grigia, in cui gravitano soggetti tenuti sotto controllo quasi costante, ma che ora vengono sentiti uno ad uno per capire chi possa aver conosciuto o avuto contatti con le tre coppie di fratelli e - soprattutto - con l’imam Abdelbaki El Satty. Allo stesso tempo, il pm titolare del fascicolo sulle vittime italiane della strage, Tiziana Cugini, ha delegato alla Digos di verificare tutta la storia del viaggio di Driss Oukabir a Viterbo. Una trasferta per incontrare una donna conosciuta a Barcellona, ma sulla quale sono stati avviati ulteriori approfondimenti per capire se l’uomo abbia visto anche qualcun altro. Tanto più che sul suo profilo Facebook, oscurato il giorno stesso dell’attentato, risultano amici italiani o residenti in Italia.

LE VERIFICHE A ROMA
Perquisizioni e controlli nella Capitale, puntano a capire se possa esserci una rete che passa anche dall’Italia dietro l’attentato che il gruppo di Barcellona ha messo a segno giovedì scorso, dopo averlo tenuto in cantiere per circa un anno, aggiustando più volte mezzi e potenziali.

L’IMAM
Il punto di contatto su cui si concentrano le verifiche è l’imam Abdelbaki El Satty, presunta mente della strage. El Satty ha viaggiato più volte nel corso degli ultimi anni e avrebbe trascorso alcuni mesi in Belgio, luogo di transito e di incontro di molti combattenti con base in Europa. È dunque qui, in Belgio, che potrebbe aver conosciuto gruppi o individui che si sono poi spostati in Italia e che potrebbero aver mantenuto rapporti tramite internet. 
Il caso del viaggio di Driss Oukabir sembrava apparentemente chiuso con le dichiarazioni della donna che l’ha ospitato a Viterbo. Sebbene quell’incontro risalga a tre anni fa, un periodo in cui nessuno del gruppo di Ripoll sembrava essersi neppure avvicinato ad ambienti salafiti, la procura di Roma ha deciso comunque di fare ulteriori accertamenti e controllare da capo tutta la trasferta. 

DRISS A VITERBO
La donna che ha ospitato Driss, ascoltata dalla Digos la sera stessa dell’attentato, nelle interviste rilasciate a giornali e radio sembra aver cambiato o aggiustato la versione più volte. Al Gr1 dice di aver conosciuto Driss «su una panchina del porto turistico di Barcellona», mentre nelle dichiarazioni riportate da Repubblica la donna spiega che da tempo conosceva la madre di Driss, Fatima, che le avrebbe consigliato di contattare il figlio una volta a Barcellona. Anche su quello che l’uomo - l’unico quasi trentenne nel gruppo spagnolo se si esclude l’imam - avrebbe fatto una volta in Italia, le versioni sono divergenti. Non è chiaro se abbia vissuto a casa della donna o altrove, se avesse amici oppure no. Qualche amico italiano, in ogni caso, lo aveva, raccontano le sue tracce sul web. E tanto basta per fare ulteriori controlli. 
 

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