Barcellona, ideato in Marocco il piano dell'attacco

Barcellona, ideato in Marocco il piano dell'attacco
di Mauro Evangelisti
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Lunedì 21 Agosto 2017, 08:15
dal nostro inviato
BARCELLONA Vicino ai resti della casa della cellula terrorista esplosa ad Alcanar c'è una sequela di bombole di gas, decine e decine. «Più di cento, almeno centoventi - ripete il capo dei Mossos, Josep Lluis Trapero - ma il nostro lavoro di ricerca durerà ancora diversi giorni, ne troveremo molte altre. Stavano preparando l'esplosivo usato normalmente dall'Isis. E stavano per usarlo per un attentato imminente, mercoledì stesso e nel giorno successivo: volevano colpire uno o più obiettivi a Barcellona».

GLI OBIETTIVI
Se non ci fosse stato l'incidente, se un errore non avesse causato l'esplosione in cui hanno trovato la morte tre membri della cellula di terroristi, avrebbero caricato le bombole sui tre furgoni noleggiati. Avrebbero attaccato la Sagrada Familia? Trapero misura le parole ma non lo esclude: «Non posso rispondere, non posso smentirlo. Quando avremo certezze lo comunicheremo all'autorità giudiziaria». Mentre Trapero, ieri, insieme al presidente della Catalogna, Puigdemont, e al ministro dell'Interno Forn, incontra la stampa internazionale, nella zona di Girona, verso il confine con la Francia, è in corso una imponente operazione dei Mossos.

LA RICERCA
La caccia all'unico terrorista sopravvissuto, Younes Abouyaaqoub, sta puntando su quell'area, la stessa del paese in cui abitava il gruppo, Ripoll. C'è chi dà per imminente la cattura, ma Trapero è più prudente: «Non possiamo escludere che sia già in Francia, ma i controlli alla frontiera sono stati rafforzati da subito». Ieri la motocicletta di Younes, 22 anni, probabilmente alla guida del furgone killer sulla Ramblas, è stata ritrovata vicino alla casa di un altro terrorista, Moussa Oukabir, uno dei cinque uccisi dai Mossos de Esquadra a Cambrils. Fino ad oggi si è parlato di quattordici vittime dei terroristi, ma sarebbe più corretto parlare di quindici, aggiungendo il nome di Pablo Perez Villan, 34 anni, il cooperante di Villafranca del Penedes, trovato morto, colpito da un coltello, sul sedile posteriore della sua Ford dopo l'attentato della Rambla. I Mossos ancora non confermano, ma le probabilità che sia stato ucciso dal terrorista in fuga per rubargli l'auto è alta. Altro particolare rivelato da Trapero: a Cambrils l'obiettivo dei cinque terroristi non era tanto travolgere i passanti, ma ucciderli usando il coltello.

IL QUADRO
Ma quanti sono i ricercati? Perché anche ieri Trapero, così come aveva fatto il giorno prima Joaquin Forn, parla di tre terroristi ricercati? Bisogna comprendere bene le parole del capo dei Mossos: mancano tre terroristi all'appello, ma ci sono ancora tre morti presunti da identificare nell'esplosione di Alcanar. Il sospetto è che lì siano morti l'imam Abdelbaki Es Satty e Youssef Aallaa, il giovane che viene considerato colui che stava preparando gli esplosivi e che nove mesi fa, insieme a un altro terrorista, Mohamed Hychami, fece un viaggio a Zurigo, che ora viene analizzato dagli investigatori per comprendere i legami internazionali della cellula. Su questo Trapero è stato molto parco di informazioni: «Sappiamo che membri della cellula hanno viaggiato nel centro Europa e in Marocco, ma stiamo svolgendo verifiche, altro non posso aggiungere». Uno dei filoni dell'inchiesta porta nella città marocchina in cui erano nati il fuggitivo, Younes Abouyaaqoub, e altri componenti della cellula di terroristi: Mrirt. È una cittadina al centro del Marocco dove i giovani terroristi erano andati di recente: uno di loro, Driss Oukabir, era tornato una settimana fa. Il sospetto dell'anti-terrorismo, citato da El Confidential, è che l'attentato sia stato pianificato proprio in Marocco, anche se da sei mesi, secondo i Mossos de Esquadra, il gruppo si riuniva nella casa di Alcanar, esplosa mercoledì.