Paolo Nespoli, in diretta dallo spazio: «Vivere in assenza di gravità? Forse lo abbiamo nel Dna»

Paolo Nespoli, in diretta dallo spazio: «Vivere in assenza di gravità? Forse lo abbiamo nel Dna»
di Paolo Ricci Bitti
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Mercoledì 2 Agosto 2017, 01:35 - Ultimo aggiornamento: 3 Agosto, 20:55

Paolo Nespoli, fluttuando in diretta dalla stazione internazionale in orbita a 400 km dal suolo, non ci pensa nemmeno un istante: «Sì, forse abbiamo nel nostro Dna le coordinate per vivere in assenza di gravità, una situazione innaturale e irricreabile sulla Terra, ma alla quale il nostro corpo si abitua estremamente in fretta, in pochi giorni».

La domanda, rimbalzata dalla sede dell'Agenzia spaziale italiana di Tor Vergata alla sala di controllo della Nasa di Houston ("no, non abbiamo alcun problema") e quindi in orbita, era stata: "Dato che il corpo umano si abitua in fretta alla microgravita dell'Iss, non è che che questa attitudine è scritta nel nostro Dna magari grazie a remote esperienze che il genere umano ha nel frattempo scordato?".

Il tema, è chiaro, affascina l'ingegnere lombardo alla terza missione: "Di sicuro è facile abituarsi a vivere qui, mentre è dannatamente faticoso riabituarsi alla gravità terrestre. Dopo la seconda missione nel 2010 ci ho messo sei mesi per ritornare "normale" ed è servito molto lavoro. Invece in orbita dopo pochi giorni il corpo e il cervello hanno già imparato a muoversi perfettamente "dimenticando" certe parti del fisico e sfruttandone altre. In altre parole mi risulta molto semplice diventare un extraterrestre. Di sicuro queste missioni dimostrano capacità del nostro Dna che non sapevamo di avere e certo è interessante cercare di capire da dove provengono anche in vista di viaggi più lunghi", ha concluso astroPaolo effettuando un tonneau sull'asse come un velivolo delle Frecce tricolori. Altro che 60 anni. E un po' si commuove e un po' è orgoglioso quando ricorda i saluti alla moglie Alexandra e ai figli Sofia, 7 anni, e Max, 3, che l'hanno accompagnato fino al cosmodromo di Baykonur. "Per tutti noi, per tutta la famiglia, è stata un'esperienza magnifica. E poi dà una carica immensa vedere che per mio figlio Max è normale che io vada nello spazio. E il segno del futuro che li attende. Più difficile è stato farmi prestare per sei mesi uno dei suoi pupazzetti Transformer (che stringeva fra le mani durante il collegamento con i giornalisti) che ho usato sulla navicella Soyuz per capire quando eravavamo finalmente liberi dalla gravità".

A poco più di quattro giorni dallo sbarco sull'Iss il veterano delle missioni in orbita, l'astronauta più anziano di sempre dell'Agenzia spaziale europea e dell'Agenzia spaziale italiana ha continuato a rispondere alle domande dei cronisti con la verve che gli toglie almeno 20 anni. 

Ecco il suo stato d'animo: «Siamo solo all'inizio, più avanti cercheremo di fare i fuochi di artificio». Nespoli guarda con entusiasmo ai suoi prossimi sei mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale. «Houston-Station, siamo pronti» ha scandito aprendo il collegamento. Partito il 28 luglio realizzare la missione Vita di Asi-Nasa, Nespoli è alla sua terza missione spaziale e rientrerà a dicembre.
 



L'INTERVISTA COMPLETA




 
 


Intanto mai dire mai: per Paolo Nespoli la missione Vita potrebbe non essere la sua ultima volta nello spazio: «Chissà se questa sarà la mia ultima missione oppure se in futuro, quando i prezzi si abbasseranno, potrò tornare nello spazio come turista», ha detto astroPaolo.  In questi giorni l'astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) si sta preparando a manovrare il braccio robotico della Stazione Spaziale in vista dell'arrivo della capsula Dragon dell'azienda privata Space X: un avvenimento del tutto nuovo rispetto allo scenario della sua ultima missione, del 2010.
"E' un'ottima cosa che i privati competano nelle attiovità spaziali, anche per il turismo, anche per inseguire giusti profitti. Così alle agenzie spaziali nazionali e sovranazionali resteranno i compiti più gravosi come le esplorazioni nel sistema solare e oltre".

I SOCIAL
Le foto che probabilmente ha già cominciato a scattare dalla Cupola, la grande finestra della Stazione Spaziale, nei prossimi giorni arriveranno sulla Terra e da lì viaggeranno sui social media: per l'astronauta Paolo Nespoli sono un grande aiuto «per portare tutti nello spazio, ma anche per scendere un po' sulla Terra». Nel primo collegamento dalla stazione orbitale astroPaolo ha detto che la maggior parte del poco tempo libero che ha, ossia dalle nove della sera fino alle sei dal mattino successivo, lo dedicherà soprattutto ai social. Nella sua missione del 2010, MagISStra, l'astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) aveva fatto da apripista utilizzando Twitter per diffondere su tutta la Terra le bellissime foto che scattava dalla Stazione Spaziale. Questa volta, nella missione Vita dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), l'obiettivo è ancora più ambizioso grazie alla app #Spac3, che permette di creare un'opera d'arte collettiva utilizzando le foto scattate spazio e dalla Terra, e unite in un photoshop ispirato al simbolo della missione Vita, l'opera Il Terzo Paradiso dell'artista Michelangelo Pistoletto.

GLI ESPERIMENTI
«L'Asi oltre agli esperimenti ha tutta una serie di programmi e piani e, compatibilmente con i suoi budget, farà crescere le attività spaziali italiane» ha aggiunto Nespoli in orbita per la missione Vita nata da un accordo fra Asi e Nasa. «Con lo spazio cresce l'indotto, lo spazio fa crescere», ha evidenziato l'astronauta che, in diretta con i cronisti, volteggiando in microgravità dal primo avamposto umano nello spazio, ha mostrato il Nodo 2 «realizzato dall'Italia, così come il Nodo 3, il modulo Mplm e la Cupola» da cui gli astronauti guardano la Terra.

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