Donna trascinata dalla metro a Roma, sequestrato il treno: 11 video inguaiano il macchinista

Donna trascinata dalla metro a Roma, sequestrato il treno: 11 video inguaiano il macchinista
di Valentina Errante e Adelaide Pierucci
4 Minuti di Lettura
Lunedì 17 Luglio 2017, 08:02 - Ultimo aggiornamento: 18 Luglio, 07:51

Undici filmati che riprendono da tutte le angolazioni l'incidente della metro di Roma, quegli interminabili secondi durante i quali Natalja Garkovic è stata trascinata sulla banchina per 110 metri e poi all'interno del tunnel per altri 25. Non solo, dai fotogrammi consegnati in procura, che inquadrano il macchinista anche dopo la partenza, emergerebbero altri elementi sulla condotta distratta di Gianluca Tonelli che, immortalato mentre mangia in cabina poco prima di chiudere le porte e accelerare lasciandosi alle spalle la stazione Termini, continuerebbe anche durante il viaggio ad avere un atteggiamento evidentemente non consono. L'uomo, adesso indagato per lesioni colpose, ha scelto di fermarsi alla stazione successiva, nonostante i passeggeri avessero attivato l'allarme. Atac ha disposto una sospensione cautelare per il macchinista, ma è probabile che il procedimento disciplinare resti sospeso in attesa dell'esito dell'inchiesta giudiziaria coordinata dall'aggiunto Nunzia D'elia e dal pm Maria Sabina Calabretta. Intanto anche il ministero dei Trasporti, tramite l'organo periferico Ustif, ha disposto alcune verifiche di rito.

«Sono avvilito per quello che è successo, ma non potevo accorgermi di quello che stava accadendo», ha detto Tonelli, che rischia anche il licenziamento, al suo avvocato, Francesco Compagna.

L'INFORMATIVA
Sulla scrivania del pm Calabretta è arrivata l'informativa della polizia che ricostruisce la dinamica dell'incidente, mettendo in evidenza la condotta colposa di Tonelli, proprio sulla base degli undici video consegnati da Atac ed esaminati dagli inquirenti. L'autista viene prima immortalato mentre mangia in attesa che i passeggeri salgano, quindi guarda nello specchietto retrovisore e parte senza dunque accorgersi che nel frattempo Natalja è scesa dall'ultimo vagone ed è rimasta agganciata alle due porte. Le immagini successive, catturate delle ultime telecamere della stazione Termini, e quelle della fermata Cavour, immortalerebbero ancora il macchinista in un atteggiamento marcatamente distratto. E sono sempre i fotogrammi a spiegare perché, da quell'ultimo vagone del treno in partenza, Natalja sia scesa d'improvviso: una telefonata sul cellulare le avrebbe fatto cambiare programma all'ultimo momento, quando il segnale acustico aveva già annunciato la chiusura delle porte.
La procura ha quindi sequestrato il convoglio della linea B, quella che impiega i treni più vecchi. In cabina sono state trovate soltanto delle bottigliette d'acqua. Adesso una perizia dovrà stabilire perché i sensori non abbiano funzionato, bloccando le porte. Ma la risposta sembra già chiara, è probabile che la donna sia rimasta impigliata alla busta di nylon che aveva al polso. Un materiale così sottile da non essere rilevato dal dispositivo. Così per centodieci metri sulla banchina e altri 25 all'interno del tunnel Natalja è rimasta incastrata a quel treno in corsa: in tutto 40 interminabili secondi.

L'INTERROGATORIO
Alla polizia che lo ha interrogato, sentito da testimone dopo l'incidente, Tonelli ha spiegato di avere guardato dallo specchietto retrovisore e non avere visto nessuno. «Tra il segnale sonoro e la chiusura delle porte trascorrono circa dieci secondi - ha detto - ho visto lo spazio tra i vagoni e la linea gialla liberi, quindi sono ripartito». Il macchinista ha anche spiegato perché non si sia fermato nonostante il segnale di allarme, suonato dai passeggeri, lo avvertisse di un'emergenza in corso. «Quando ha suonato - ha messo a verbale - ero già da alcuni secondi dentro al tunnel. Non mi sono preoccupato perché so che il sistema si blocca nel caso in cui qualcuno rimanga incastrato e perché non avevo ricevuto alcuna comunicazione dal responsabile della movimentazione. Quindi mi sono fermato alla stazione successiva, oramai vicina, e sono sceso per verificare cosa fosse accaduto».
In effetti la movimentazione dei treni viene osservata sui monitor da una cabina, l'addetto, però, avrebbe il compito di verificare la distanza tra i convogli in arrivo e in partenza. Il macchinista sarà comunque interrogato da indagato, ma è probabile che prima vengano eseguite le verifiche sul treno.

 

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