Non avere un tetto sulla testa può essere bello. Se lavori alla Rai

Fabio Fazio
di Marco Castoro
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Venerdì 21 Aprile 2017, 17:31 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 10:13
C’è voluto l’intervento del sottosegretario del Mise, Antonello Giacomelli, per sbloccare la questione del tetto agli artisti Rai. Una vicenda che sembrava entrata in un vicolo cieco dopo che il cda aveva approvato una delibera mediante la quale la legge si sarebbe attuata a tutti, dipendenti e artisti, salvo una dichiarazione scritta del governo che attestasse l’esclusione delle star dal tetto dei 240 mila annui. Una precauzione presa dai consiglieri di Viale Mazzini per non incorrere in eventuali danni erariali sentenziati dalla Corte dei conti.

Giacomelli ha scritto una lettera al presidente e al dg della Rai nella quale mette nero su bianco che i contratti di prestazione artistica non sono inclusi nel perimetro di applicazione del limite ai compensi Rai previsto dalla legge.
“Il parere reso dall'Avvocatura – scrive Giacomelli - risolve il tema da voi sollevato. Tuttavia preme ribadire ancora una volta che questo non esonera gli organi di Rai dal dovere, richiamato anche dalle norme della legge 220/2015, di individuare, in un organico piano, criteri e parametri per la corretta e chiara individuazione dei contratti con prestazioni di natura artistica, dei meccanismi di determinazione della loro retribuzione e del loro valore in relazione agli obiettivi del piano editoriale”.

Quindi la palla passa al cda Rai. Ora ci sono nodi da sciogliere su conduttori e trasmissioni. I giornalisti, tanto per fare il primo esempio, devono essere considerati artisti o no? Molto dipende anche dal tipo di trasmissione che conducono. Di intrattenimento o giornalistica.

I casi da risolvere più spinosi sono quelli di Bruno Vespa e di Massimo Giletti. Porta a Porta, un programma che si ripaga senza attingere ai soldi del canone, è sicuramente etichettato come giornalistico. La stessa redazione è composta da giornalisti. L’Arena invece non ha la stessa dicitura e in redazione ci lavorano persone che non hanno un contratto giornalistico. Vespa è uno dei 6 big il cui stipendio supera il milione l’anno. Giletti percepisce circa la metà. Compresi tra le 500mila e il milione ci sono altri sei stipendi, mentre sono 32 quelli che vanno dal tetto dei 240 mila fino al mezzo milione. Qualche muso lungo potrebbero avercelo i direttori di rete e dei tiggì, per non dire lo stesso dg, che invece devono rispettare il tetto. In pratica la domanda che sorge spontanea è perché Orfeo, il direttore del Tg1, deve ricevere un compenso che è la metà di quello di Giletti e neanche un quarto rispetto a quello di Vespa? Eppure si tratta di tre giornalisti. L’Annunziata ha già detto che si adeguerà al tetto e quindi il problema è risolto (a meno che non ci ripensi ora che la situazione si è sbloccata). Tutto chiaro per le altre star. Conti, Fazio, Clerici, Insinna, Piero e Alberto Angela, Amadeus, Littizzetto possono dormire sonni tranquilli.      
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