Del Grande, l'Italia si mobilita per la liberazione. L'Ue al fianco di Roma: speriamo nella soluzione

Del Grande, l'Italia si mobilita per la liberazione. L'Ue al fianco di Roma: speriamo nella soluzione
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Giovedì 20 Aprile 2017, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 08:32

L'Italia si mobilita per Gabriele Del Grande. A 10 giorni dal fermo al confine con la Siria, dove stava facendo alcune interviste, il reporter e documentarista toscano è ancora trattenuto in un centro di detenzione amministrativa in Turchia. Ieri, non gli è stata concessa la possibilità di incontrare le autorità consolari né il suo legale. Un trattamento che ha fatto salire ulteriormente la tensione tra Roma e Ankara.

«La Farnesina si sta dando da fare per organizzare l'incontro con Gabriele, che dovrebbe avvenire domani, venerdì», ha detto Massimo Del Grande, padre di Gabriele, che abita a Panicagliora, un piccolo paese della montagna pistoiese, dove gestiscono un bar-osteria. «Mio figlio lì solo non ce lo lascio - ribadisce Massimo Del Grande - è chiaro che per andare in Turchia c'è una burocrazia che richiede alcuni adempimenti. Noi questa vicenda la viviamo giorno per giorno, momento per momento, ogni tanto ci lasciamo andare, ma è chiaro che bisognerà vedere ciò che serve fare e ciò che è meglio fare. Se serve sono pronto ad andare a Roma e anche in Turchia, Gabriele non lo lascio solo. In questo momento, comunque, c'è la Farnesina, c'è la politica che si è mossa, c'è il ministro Alfano che si sta occupando della vicenda personalmente, è in contatto con il ministro degli esteri della Turchia, vediamo. Se le cose andranno come sembra che debbano andare faremo la corsa per andare ad abbracciarlo all'aeroporto quando tornerà. La nostra speranza è che tutto si concluda nel più breve tempo possibile e nel migliore dei modi». 

Intanto una delegazione consolare italiana si è recata anche oggi a Mugla, sulla costa egea meridionale della Turchia, dove al momento resta in attesa di ricevere dalle autorità turche una possibile autorizzazione a incontrare Del Grande nel centro di detenzione amministrativa in cui è trattenuto. Al momento, si conferma, non risultano motivi di preoccupazione riguardo alle condizioni di salute del connazionale. Dopo la telefonata di ieri ai familiari, in cui ha annunciato l'avvio di uno sciopero della fame, Del Grande è rimasto senza contatti con l'esterno nel centro di identificazione dove era stato trasferito dopo la detenzione iniziale ad Hatay. 

Sul caso di Del Grande «ci siamo coordinati con le autorità italiane fin dal primo momento, come facciamo in casi simili in cui la responsabilità principale è dello stato membro. L'Ue si è attivata per sostenere l'azione dell'ambasciatore italiano ad Ankara per sostenere l'azione della Farnesina e del governo italiano rispetto alle autorità turche», ha detto l'Alto rappresentante Ue per la politica estera Federica Mogherini.

«La Turchia deve rispettare la libertà di stampa se vuol far parte dell'Unione europea», ha detto a Londra il presidente dell'europarlamento, Antonio Tajani, rinnovando il suo appello per il rilascio immediato di Del Grande. «Non è un fatto solo italiano», ha sottolineato ricordando che Ankara ha «200 giornalisti in carcere, turchi ma anche stranieri» e citando assieme a Del Grande «il caso del giornalista di Die Welt». Non si può negoziare con l'Ue «se si fanno scelte di questo tipo. Peggio ancora se si va verso un referendum per la pena di morte».

Ieri il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha chiamato il suo omologo turco, Mevlut Cavusoglu, per ribadire la «ferma richiesta del rilascio immediato» di Del Grande. Alfano ha spiegato di aver ricevuto il «massimo impegno» dal governo turco sul fatto che «le procedure verranno concluse al più presto». «La questione delle procedure non può in alcun modo impedire l'assistenza legale e consolare e ogni forma di sostegno», ha aggiunto il ministro, precisando che «il caso è seguito al massimo livello e con la massima attenzione possibile».

La fidanzata di Daniele, Alexandra D'Onofrio, ha detto a Repubblica: «Lui va zaino in spalla e chiacchiera, passa ore a parlare con le persone nella loro lingua senza mediatori, in maniera spontanea. Non va alla ricerca dello scoop, ma di quanto ci può fare riflettere». 

La delegazione di Articolo1-Mdp, in queste ore ad Ankara, ha ricevuto dall'ambasciata italiana in Turchia rassicurazioni sulle condizioni di salute di Del Grande. «L'ambasciata sta seguendo da vicino la questione del fermo di Gabriele Del Grande: finora non c'è stata la possibilità di incontrarlo ma ci confermano che sta bene. È sottoposto a una procedura di espulsione anche se i tempi del rimpatrio non sono certi», ha detto all'agenzia Ansa il deputato di Mdp Michele Piras. «Da quanto abbiamo appreso - aggiunge Piras - Del Grande sarebbe stato fermato perché non in possesso dell'accredito stampa né dell'autorizzazione per stare dove si trovava».

In Turchia, il dossier viene considerato «di massima sensibilità». A suggerire che le procedure per il rimpatrio del
reporter «potrebbero essere non brevi» è il presidente della Commissione diritti umani, Luigi Manconi, secondo cui nelle presunte accuse a carico di Del Grande, tuttora non formalizzate, sarebbero emersi «profili di sicurezza nazionale». Per questo, spiega Manconi, che si è fatto portavoce anche dei familiari, «oggi è indispensabile una mobilitazione» e «una stretta alleanza con le istituzioni per restituire Gabriele alla libertà».

Ora dopo ora intanto cresce la mobilitazione in Italia. Dal Senato, gli amici del reporter hanno lanciato un appello alle istituzioni firmato da giornalisti e artisti. Sul web, tantissimi utenti hanno aderito alla campagna #iostocongabriele per chiederne il rilascio. L'hashtag è stato rilanciato anche dall'ex premier Matteo Renzi. Appelli in suo favore sono giunti dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, e da quello dell'Europarlamento, Antonio Tajani. Il M5s Europa, in un post sul blog di Beppe Grillo, chiede invece la convocazione dell'ambasciatore turco a Roma.

Numerose anche le iniziative in piazza. Manifestazioni sono state organizzate a Torino, Milano, Pisa. Al presidio di Lucca, la città di Del Grande, ha partecipato il governatore della Toscana, Enrico Rossi. All'Italia è stato offerto anche il supporto dal ministero degli Esteri tedesco: «Se ci sono possibilità di collaborare e di migliorare le possibilità di successo, lo faremo».


 

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