In entrambe i casi, così come era avvenuto ad esempio sulle unioni civili o sulla legalizzazione della cannabis (quest'ultima inabissata nei cassetti delle commissioni Giustizia a Affari Sociali), Pd e Ap non viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda. In materia di autodifesa il ministro Orlando ha scelto la strada che una politica d'altri tempi avrebbe potuto definire di 'prudente fermezzà . «Il governo - ha chiarito rispondendo a Montecitorio proprio a un'interrogazione di Ap - parteciperà attivamente ai lavori dell'aula, al fine di soddisfare al meglio, con un meditato e ben calibrato intervento normativo, l'esigenza di tutela dei beni interessati. Ribadisco tuttavia che la potestà punitiva appartiene esclusivamente allo Stato, che deve garantire le misure più idonee a salvaguardare la sicurezza della collettività, anche al fine di scongiurare il dilagare di forme di giustizia privata».
Ap però ritiene assolutamente insufficienti le misure previste dal ddl Ermini votato in commissione. E oggi rilancerà i suoi emendamenti. «Vogliamo o no invertire l'onere della prova, come avviene in Francia e in altri Paesi dell'Ue? - domanda il capogruppo centrista Maurizio Lupi - È questa la domanda a cui devono rispondere il governo e i gruppi della maggioranza. Oggi se un ladro entra in casa mia a rubare e io reagisco, con le norme attuali devo essere io a dimostrare che ho agito per difendermi e che non c'è stato un eccesso nella difesa. Noi chiediamo che l'onere sia inverso e cioè che, se un ladro ti entra in casa e io reagisco, dovrà essere il ladro a dimostrare che ho agito in un eccesso di legittima difesa».
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