La paura del terremoto e la mancanza di pubblicità incisiva rischiano di rovinare la festa: «Spero nella partecipazione dei ternani che sono sempre stati reattivi - dice Pagnotta - basta vedere il successo della rassegna di Visioninmusica di Silvia Alunni e il fermento che c’è nei locali del centro e quindi conto tanto su di loro. Solo l’assessore Fabio Paparelli, inguaribile ottimista, poteva pensare che i turisti arrivassero a frotte - dice ancora il direttore artistico di Uj - i miracoli in un mese e mezzo non si possono fare. E sia chiaro che se vogliamo andare avanti come l’intenzione di far crescere questo nuovo festival bisogna lavorarci e molto tempo prima. Quando è stato deciso di fare la prima edizione di Umbria jazz spring io avevo già finito da tempo il cartellone Uj a Perugia e a Orvieto».
Si parte il 14 aprile per finire la sera di lunedì di Pasquetta: «Quest’anno abbiamo deciso di fare un cartellone che strizza l’occhio alle famiglie, vedi il ritorno dei Gospel. Ma la qualità c’è e si vede». Il programma inizia venerdì santo con “Altissima Luce”, ovvero il Laudario di Cortona liberamente riletto da Paolo Fresu (arrangiamenti dello stesso Fresu e Daniele di Bonaventura) con quartetto jazz, orchestra da camera e coro, e si conclude con il duo Peppe Servillo-Danilo Rea». La storica voce degli Avion Travel ha preso il posto all’ultimo momento di Gino Paoli, che ha dovuto dare forfait per osservare un periodo di riposo.
In cartellone anche il british soul di Incognito, storica sigla dell’hip hop, e ancora dal Regno Unito arrivano i canti religiosi del London Community Gospel Choir. Jazz più ortodosso da parte del quartetto di Chico Freeman e del trio di Piero Odorici, il cui batterista è Roberto Gatto.Non mancheranno le street parade dei Funk Off, mentre una novità degli ultimi anni al festival umbro è Sammy Miller and the Congregation (il programma completo sul sito www.umbriajazz.it): «Posso dirmi moderatamente soddisfatto - continua Pagnotta- certo è che il budget e di circa la metà di quello di Orvieto, malgrado Terni sia capoluogo di Provincia, quando si usa il marchio di Umbria Jazz bisogna farlo per creare un evento di successo e spero che questo avvenga subito e soprattutto spero che tutti mantengano le promesse fatte».
Poi, la nostalgia e la mente che torna al debutto nel 1973 a Villalago: «Un lungo viaggio iniziato anche grazie ad Alberto Provantini, di lui ho un magnifico ricordo e senza di lui probabilmente Umbria jazz non sarebbe nata e cresciuta così in salute dopo tutti questi anni».
Sono passati quasi 44 anni, ma lui Terni la vuole riconquistare a colpi di note e successi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA