Eppure, questo manifesto, tra i più indovinati degli ultimi anni, ha scatenato una bufera sui social. Perché? Perché il grafico che ha elaborato la foto si è permesso di operare qualche inoffensivo ritocco sfinando la già esile silhouette della Cardinale. Il cambiamento, a dire la verità, non è nemmeno visibile a occhio nudo. Ma apriti cielo! Leso femminismo, offesa alle donne, insulto all’umanità: sul web si è letto di tutto. E la tempesta in un bicchiere d’acqua si è placata solo quando la stessa Cardinale ha assolto con formula piena il responsabile del “fattaccio”: “Non mi sento affatto offesa da quei piccoli ritocchi”, ha detto la diva, “servivano ad alleggerire l’immagine che ora è ancora più bella”.
La polemica è frutto del moralismo più ottuso che si serve del web per esasperare il confronto e azzerare il dialogo. In nome del “politicamente corretto” si perde spesso di vista la realtà, il senso delle proporzioni, i veri contenuti, la misura. Così una caviglia di Claudia ritoccata al photoshop diventa il casus belli capace di oscurare l’importanza del Festival di Cannes, la curiosità di scoprire i suoi film, il senso stesso del cinema. Ma solo per un momento, per fortuna.
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