Usa, blocca il traffico e la polizia gli spara: il video della morte in diretta su Facebook

Usa, blocca il traffico e la polizia gli spara: il video della morte in diretta su Facebook
di Federica Macagnone
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Sabato 18 Marzo 2017, 16:25 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 18:10


Continuava a chiedere agli agenti di parlare con i loro superiori. Poi un gesto improvviso che gli è costato la vita: Rodney James Hess, 36enne della Louisiana, è stato ucciso dalla polizia in diretta Facebook, mentre la sua fidanzata assisteva impotente alla sua morte dal posto di lavoro.
 

 


Giovedì l'uomo si era messo alla guida della sua auto ad Alamo, in Tennessee, quando ha iniziato ad avere comportamenti inusuali. Come si vede un primo filmato diffuso in diretta su Facebook, l'uomo aveva fermato la macchina sulla corsia di emergenza ed era sceso: da quel momento aveva iniziato a riprendere una serie di vetture che sfrecciavano e anche qualche automobilista che si era fermato per chiedergli se avesse bisogno di aiuto. Poi si era messo nuovamente al volante e aveva parcheggiato l'auto in mezzo alla strada, bloccando il traffico. Le ultime immagini del video, durato circa 17 minuti, mostrano la polizia che si avvicina. Poi Rodney inizia a filmare nuovamente in diretta Facebook: questa volta vengono riprese le trattative con gli agenti. «Voglio parlare con i vostri superiori» continua a ripetere l'uomo. Poi un movimento brusco e i poliziotti che sparano. Rodney urla dal dolore e poco dopo si accascia sul sedile. In quel momento il cellulare comincia a squillare, mentre le forze dell'ordine rompono i vetri della macchina per soccorrerlo: l'uomo è stato portato in ospedale in elicottero, ma è stato dichiarato morto dopo ore di agonia. Secondo il Bureau of Investigation Tennessee, Rodney si era comportato in maniera anomala e avrebbe tentato di investire gli agenti almeno in due occasioni con la sua vettura.

«Ero al lavoro quando mia zia mi ha chiamato dicendomi che Rodney era nei guai, parlandomi del video - ha raccontato a Commercial Appeal la compagna della vittima, Johnisha Provost  - Mi sono collegata su Facebook e ho visto tutto in diretta. La sua non era una missione suicida, non stava cercando di fare del male a nessuno. Era grande persona. Un grande papà. Soffriva di una malattia mentale e la gente non sa come comportarsi davanti a casi come questo: avrebbero potuto sparare ai pneumatici, avrebbero potuto gestire la questione in maniera diversa, non c'era bisogno di ucciderlo». Alcuni utenti, dopo aver visto il video, hanno commentato che probabilmente l'uomo aveva assunto droga, ma l'eventualità è stata smentita dai familiari che hanno rivelato che era in cura e assumeva medicine. «Non faceva uso di sostanze stupefacenti - ha raccontato Noey Torres, un amico - Era dedito alla sua famiglia, lavorava sodo, ma aveva bisogno di medicine e del supporto psicologico. Tutte le persone che parlano senza sapere nulla di lui dovrebbero vergognarsi».

Al momento non è stata rivelata l'identità dei poliziotti che hanno fatto fuoco, mentre è stata aperta un'indagine per determinare cosa sia accaduto.

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