Romeo, sfida ai pm: «Polizze a chi voglio» Raggi: «Lo denuncio»

Romeo, sfida ai pm: «Polizze a chi voglio» Raggi: «Lo denuncio»
di Valentina Errante e Sara Menafra
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Venerdì 17 Febbraio 2017, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 12:19

«Con i mei soldi faccio quello che voglio». E' una risposta sorpresa e stizzita quella che l'ex fedelissimo del sindaco, Salvatore Romeo, ha consegnato ai pm per spiegare perché avesse aperto una nuova polizza intestata a Virginia Raggi appena saputo che era stata convocata in procura. Ancora oggi, la terza polizza è ancora attiva e il beneficiario è sempre lo stesso, il primo cittadino della capitale. Perché Romeo si sia limitato a variare i beneficiari delle altre due polizze, dopo l'esplicita richiesta della stessa Raggi e prima di essere lui stesso convocato in procura con un'accusa di concorso in abuso d'ufficio, i pm glielo hanno chiesto in sede di interrogatorio, lo scorso 8 febbraio. In quel momento, la notizia di questo secondo investimento per il valore di 8mila euro non è ancora di pubblico dominio, mentre si sa di altri 33 mila euro intestati al sindaco, e Romeo si mostra stupito dalle richieste di spiegazioni del procuratore aggiunto Paolo Ielo. Risponde stizzito, ma al tempo stesso generico. Gli inquireti sono partiti proprio da quelle polizze per contestare a Romeo e al sindaco l'ipotesi di abuso d'ufficio per una nomina che gli ha di punto in bianco triplicato lo stipendio. Una risposta generica, ora passata nuovamente sotto la lente d'ingrandimento, quanto quelle consegnate in relazione alla cassetta di sicurezza affidata a un'amica e svuotata subito dopo l'arresto di Marra.

LA NUOVA POLIZZA
E' da qui che riparte il filo dell'indagine sulle nomine della Raggi e si intreccia con gli investimenti patrimoniali del fedelissimo del Romeo. A proposito di quell'ultima polizza acquistata, l'ex capo staff ha aggiunto a verbale che nei giorni successivi all'interrogatorio avrebbe potuto cambiare ancora una volta il beneficiario: «E' una cosa che sto valutando», ma gli accertamenti vanno avanti per chiarire i tanti punti oscuri. La sindaca non sembra disposta ad aspettare e anzi annuncia formale denuncia: «Ora spunta anche una terza polizza intestata dal dottor Romeo a mio nome - afferma -. Questa stipulata addirittura due giorni dopo che ho annunciato di aver ricevuto un invito a comparire dalla procura di Roma. È inaccettabile che il dottor Romeo abbia fatto una cosa del genere. Ne prendo totalmente le distanze», ha detto.

LA CASSETTA
Anche per la cassetta di sicurezza in banca aperta dal 2011 e affidata ad un'amica, l'ex capo staff e fedelissimo del sindaco ha dato spiegazioni sommarie: «Avevo la cassetta di sicurezza da tempo, ma l'ho prestata alla mia amica per conservare i gioielli di famiglia. Che io sappia ci teneva solo quello». Identica la risposta della donna.
Cinquantenne, sposata e legata a Romeo, dice lui, da un'antica amicizia, non era neppure in casa quando gli agenti della Squadra mobile di Roma hanno bussato alla sua porta per perquisirle l'abitazione. Solo al suo ritorno da un viaggio all'estero è stata sentita come testimone. E le sue risposte sono state altrettanto generiche: «Ho ritirato dalla cassetta i gioielli di famiglia che tenevo all'interno e nient'altro». La donna non ha neppure saputo spiegare la scelta che desta maggiore sospetto: quella di svuotare completamente il contenuto del caveau, il primo giorno utile dopo l'arresto di Raffaele Marra, ex vice capo di Gabinetto e capo del personale di Virginia Raggi in carcere con l'ipotesi corruzione dallo scorso 16 dicembre. «Neppure sapevo che fosse stato arrestato Marra - ha detto lei agli investigatori - non so nulla di quella vicenda. E' semplicemente una coincidenza».

IL CASO DE VITO
Non tutte le tessere del mosaico sono al loro posto anche nell'inchiesta sul presunto dossier ai danni del candidato alle «comunarie» Marcello De Vito, poi battuto dalla Raggi. Un altro capitolo su cui la procura di Roma ha deciso di fare ulteriori accertamenti, a questo punto con un'ipotesi di reato ma senza indagati, sulle riunioni in cui l'allora capogruppo pentastellato fu processato di aver fatto un accesso agli atti del Comune per favorire qualcuno. Tra le accuse c'era anche quella di aver rallentato gli accertamenti su Claudio Ortale, il dipendente del suo ufficio ora accusato di truffa ai danni dell'amministrazione capitolina. De Vito ha anche denunciato il funzionario, ma in quella riunione gli contestarono di aver agito tardi.