Rissa in Piazza Cavour, parla la ragazza all'origine della lite: «Panna e sputi in faccia, poi è scoppiato l'inferno»

Rissa in Piazza Cavour, parla la ragazza all'origine della lite: «Panna e sputi in faccia, poi è scoppiato l'inferno»
di Veronica Cursi
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Martedì 18 Ottobre 2016, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 12:24


Ripete una sola cosa: «Io a Cavour non ci metterò mai più piede. Quelli torneranno a vendicarsi, ne sono sicura. Cercavano guai, insultavano noi ragazze come se fossimo delle bestie, ci dicevano che cavolo volete, ragazzì noi famo come ce pare. Facevano veramente paura».

Virginia (il nome di fantasia) ha 15 anni. Bionda, visino da angelo, frequenta un noto liceo internazionale di Roma nord e venerdì sera «come tutti i weekend» era a piazza Cavour con le sue amiche quando è scoppiato l'inferno. Una rissa a colpi di caschi e coltelli. Finita con un ragazzo di 16 anni in ospedale con 30 giorni di prognosi e una pista investigativa su cui stanno ancora lavorando i carabinieri.

Che cosa è successo venerdì sera?
«Erano da poco passate le undici. Stavo passeggiando sulla piazza quando si è avvicinato un ragazzo. Non l'avevo mai visto prima, era più grande di noi, aveva un borsello a tracolla e stava giocando con una bomboletta di panna montata. Mi ha chiesto se avevo una sigaretta, io gli ho risposto di no e lui a quel punto mi ha tirato della panna in faccia».

E tu cosa hai fatto?
«Sono tornata subito dalle mie amiche a raccontare cos'era successo. Una di loro ha detto, andiamo a chiedergli spiegazioni e ci siamo avvicinate. Noi eravamo una decina, tutte ragazze quindicenni, loro invece saranno stati 6 o 7, erano di Roma sud, si vedeva da come parlavano e da come erano vestiti, insomma erano un po' coatti. Siamo andate da loro a dirgli ma come vi permettete? e a quel punto si sono avvicinati e hanno cominciato a spingerci. Una cosa da non credere. Uno di loro ha sputato in faccia a una mia amica, le ha detto Noi facciamo come ce pare». Un altro ha buttato a terra una ragazza».

A quel punto sono intervenuti dei ragazzi per difendervi?
«Si. Vicino a noi c'era un gruppo di ragazzi di Roma nord che ha visto la scena, qualcuno lo conoscevo di vista, saranno stati una ventina, tutti più o meno della nostra età. Dicono che appartengono al Fronte della Gioventù ma non saprei. Ad ogni modo si sono avvicinati a quelli di sud e li hanno imbruttiti: Che c...o fate?», gli hanno detto. E lì è stato un attimo».

Caschi, bottiglie spaccate addosso. E poi sono spuntati pure i coltelli.
«E' stato terribile, ricordo solo la faccia di un ragazzo coperta di sangue. Le urla, il panico, i vetro rotti per terra. Sarà durato tutto cinque minuti, non di più. Noi siamo scappate dall'altro lato della piazza. Eravamo terrorizzate e lo siamo ancora».

Piazza Cavour di solito è un luogo tranquillo?
«Si certo. Al massimo poteva succedere qualche litigata a voce, qualche spintone. Ma i coltelli quelli mai. Io andavo a Cavour ogni weekend, è sempre stato il ritrovo di noi ragazzi di Roma nord. Ci conosciamo più o meno tutti, veniamo dalle stesse scuole, Lucrezio Caro, St.George's, Chateaubriand. Anche se negli ultimi tempi sono arrivati altri gruppi, ragazzi di Roma sud che hanno occupato il lato sinistro della piazza e che ogni tanto cercano guai».

Qual è la vostra paura adesso?
«Pensiamo che possano tornare a vendicarsi. Uno di loro è rimasto ferito nella rissa, non finirà così. Erano troppo cattivi. Molti ragazzi sono spaventati. Io non so come andrà a finire, spero che li identifichino. Di sicuro a me Cavour non mi vede più neanche in cartolina».
 

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