Accumoli, la grande fuga: «Ma non siamo disertori»

Accumoli, la grande fuga: «Ma non siamo disertori»
di Renato Pezzini
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Venerdì 2 Settembre 2016, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 08:34
dal nostro inviato
​ACCUMOLI Arrivano i materassi e le reti, da stasera sonni più agevoli nel campo di Accumoli. E gli sfollati ringraziano: «Non ci fanno mancare proprio niente, abbiamo tutto quello che ci serve». Ma il “tutto” potrebbe diventare superfluo fra pochi giorni. E anche le tende blu, i sorrisi dei volontari, l’efficienza della protezione civile, le cucine da campo che oggi preparano pasta all’amatriciana e baccalà in guazzetto. Quel che resta di Accumoli sta per traslocare sulla costa Adriatica, i campi potrebbero non servire più. Ad Arquata del Tronto e Amatrice si discute di come riuscire a passare l’inverno in questa valle ferita dal terremoto e prostrata dai lutti. Ad Accumoli invece l’idea è quella di sbaraccare tutto per sette o otto mesi e tornare qui soltanto quando le casette di legno saranno pronte. A San Benedetto del Tronto gli hotel che d’estate ospitano i turisti sono pronti per accogliere quasi quattrocento abitanti del paese. Ci sono già gli accordi, c’è un piano dettagliato per il trasferimento in massa e per rendere accettabile la lontananza da casa.
 
«SCELTA RAGIONEVOLE»
La decisione definitiva non è stata ancora presa. Sabato è previsto un incontro del sindaco Petrucci con Vasco Errani – commissario appena nominato dal Governo - e il presidente del Lazio, Zingaretti. L’impressione che è siano già adesso tutti d’accordo sul «trasloco», se arriverà il sì definitivo entro la fine della prossima settimana Accumoli diventerà, pro tempore, una frazione di San Benedetto del Tronto: «In fondo, in meno di un’ora si può venire dalla costa a qui. Chi ha un lavoro potrà continuare a svolgerlo».
Sotto un tendone bianco Marina Acquistacci – arrivata da Alessandria per dare una mano ai parenti - studia l’elenco degli ospiti del campo. Accanto a ogni nome annota un numero: «Luisella ha il 38, Filippo il 44, Giuseppe… che numero di scarpe ha Giuseppe?». Arriveranno calzature invernali per ognuno. La speranza diffusa è che possano servire non tanto per camminare nel gelo di Accumoli, ma per passeggiare sul lungomare di San Benedetto. La pensano tutti così? «Diciamo che ci sembra la scelta più ragionevole».

«TORNEREMO IN PRIMAVERA»
Sandro Ciriaci ha abitato a Roma fino a pochi mesi fa. Poi con la moglie ha deciso di passare l’ultima parte della vita «in questo posto incantevole». Adesso rischia di dovergli dire addio: «Ma non per sempre. Non siamo disertori, nessuno vuole fuggire. Si tratta solo di far passare l’inverno». Luca Girardi il problema non c’è l’ha: i capannoni della ditta per cui lavora sono lesionati. Per un po’ dovrà trasferirsi a Treviso dove c’è la sede centrale: «Nel frattempo preferisco che la mia famiglia vada sulla costa». Giù, nel Centro Operativo allestito in un salumificio sulla Salaria, il sindaco Stefano Petrucci fa i conti. I residenti di Accumoli sono più di 600, ma quelli che ci abitano davvero sono meno di 500. Molti hanno già trovato sistemazione altrove, nei campi ne sono rimasti 350, più o meno. «Tantissimi sono anziani, ed è impensabile che possano trascorrere l’inverno in tenda. Rischiamo che dopo la decimazione del terremoto ci tocchi subire un’altra decimazione causa freddo». Lui non crede che le casette di legno saranno pronte fra quattro mesi: «Ma anche se i tempi venissero rispettati arriveremmo a gennaio. E qui fra un mese le temperature saranno già insopportabili». Gabriele Vittori, che abitava in una frazione di Accumoli, ha un’altra speranza: «Che i vigili del fuoco prima dell’inverno mi dicano che posso rientrare a casa mia, visto che non ha subito danni». Ma se il nulla osta non arriverà se ne farà una ragione: «Andremo a San Benedetto, e farò su e giù per venire a lavorare». 

NAVETTE PER I LAVORATORI
Fulvio Malavolta ha il buon umore di chi si è salvato per miracolo dalla casa che è crollata in testa a lui e alla sua compagna: «Siamo quasi tutti d’accordo ad andare via fino a primavera. Finora l’organizzazione dei soccorsi è stata perfetta, dobbiamo fidarci di loro e non pensare che ne possano approfittare per far andare a rilento la ricostruzione di Accumoli». Il piano di «evacuazione temporanea» prevede l’istituzione di un servizio navetta dalla costa a qui, due o tre volte al giorno. Le famiglie con bambini saranno sistemate nello stesso albergo, gli alunni frequenteranno la stessa scuola, gli hotel scelti saranno tutti vicini: «A malincuore, ma mi sembra la cosa migliore» dice Settimio Classetti, che lavora nell’edilizia ma dubita che l’impresa torni a pieno ritmo prima del prossimo anno. Però ci sono anche quelli come Donata Puppo, tormentata dalle perplessità: «Io e mio figlio abbiamo le bestie da guardare, cavalli, mucche, pecore. Non possiamo abbandonarli».
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