Paolo Ricci Bitti
Rugby Side
di Paolo Ricci Bitti

Rugby, bravò questo old

Laurent Leflamand
di Paolo Ricci Bitti
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Giovedì 16 Giugno 2016, 01:59 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 12:21

Alto come me, ma più magro, provo a "bucare" all’interno quel giovane primo centro francese appena appena brizzolato. Placcato. Provo all’esterno. Placcato. Eppure nella prima azione mi ero ispirato all’agile astuzia di Sella e nella seconda alla veloce esuberanza di Gerber. Macché, niente. “Devo essere me stesso” mi sono detto, e sfruttare l’ultimamente accresciuta e accrescente massa (invero non troppo muscolare e neppure troppo cerebrale): allora, alla terza azione, dritto per dritto, alla Bastareaud. Placcato. 
La palla, adesso, ce l’ha lui: lo placco basso, ma stringo solo l’erba. Altra azione: lo placco alto, un choke tackle, mica vorrà permettersi un off load, questo francese? Questa volta abbraccio il vento. Terzo attacco: basta, rischierò pure il giallo, ma entro duro di spalla. Sì, ma lui è già dietro di me, in souplesse, maledetto. Altro che demi tour contact: magari fossi arrivato al contact.

Ora, questa invereconda pantomima avviene sul prato della Capitolina a Roma, sabato scorso durante il terzo torneo internazionale “Paolo Piva” riservato, l’avrete capito, agli old, ovvero dai trentacinque anni in su. Ed è chiaro che il duello diventa impari quando un pur competente centro di 53 anni si trova di fronte uno speculare e vispo avversario di 35 anni.

 
“Come dice? Di anni ne ha quasi 49. Ah beh, allora scusi. Permette? Mi chiamo Paolo. Lei è molto bravo, tenga una birra, offro io”.

“Grazie, piacere, Laurent, Laurent Leflamand, del Super Frelons di Rennes, il secondo giro, però, è mio”.

Rennes? Bretagna, non proprio una roccaforte del rugby gallico, anzi. Ma eppure Leflamand, Leflamand, Leflamand mi dice qualcosa. Oh putain! Quel Leflamand?
“Oui, monsieur, tutto bene? Le fa male quell’occhio (nero, ndr)?”.

No, non mi fa male, neppure un po’, ma avremmo potuto giocare anche una settimana: quando mai avrei “bucato” o acchiappato Leflamand? Ovvero 8 caps con i Bleus e soprattutto il titolo di metaman della Francia che nel 1997 ha vinto il Grand Slam nel Cinque Nazioni allenata da Skrela e Villepreux: 4 mete in tre partite. E che nella stessa stagione ha giocato in finale per lo scudo di Brennus con il Bourgoin contro il Tolosa. Un trequarti ala di gran classe, un eccelso finesseur.

Ma allora, caro Leflemand, ci siamo già visti nella zona mista a Auch, giusto 19 anni fa, coppa Latina: Francia-Italia 30-19. I bleus di Benazzi, Lamaison, Saint-André contro gli azzurri di Coste con Giovanelli e Dominguez. 
“Bel match, molto combattuto – racconta questo ben poco old - dovevamo assolutamente vincere dopo che l’Italia ci aveva surclassato a Grenoble, ricorda?”

Tres bien, eccome, ma lei a Grenoble non c’era.

“Diciamo che sono stato fortunato a schivare quella storica batosta. Prende un’altra birra?”

Sì, merci, epperò caro Laurent, la prossima volta avvisi, metta un cartello, faccia un annuncio prima della partita: mica possiamo avvilirci perché lei continua a giocare a rugby mentre noi normali ci arrabattiamo.

Paolo Ricci Bitti

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