Elezioni a Roma, Alfio Marchini: «Serve un patto lavoratori-imprese»

Elezioni a Roma, Alfio Marchini: «Serve un patto lavoratori-imprese»
di Mario Ajello
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Domenica 15 Maggio 2016, 09:19 - Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 08:04

Alfio Marchini, l’economia a Roma boccheggia e voi candidati parlate sempre d’altro. Non è assurdo?
«Non mi sorprende che si cerchi di evadere questo tema. Nel 2016, c'è ancora chi descrive la naturale aspirazione a ricchezza e benessere come un colpa da nascondere. Bisogna ridare speranza a questa città dove benessere, solidarietà, sicurezza e decoro devono rappresentare un unicum su cui costruire il futuro dei nostri figli. E tutto inizia dal lavoro».

 

 
 

Perciò ha avanzato la proposta, contestata, sul salario minimo a 1500 euro?
«Guardi che perfino la Meloni, in queste ore, mi ha dato ragione su questa idea. Dopo che Giachetti ci ha copiato sulla proposta del cosiddetto sindaco della notte. Bene così. Io dico che bisogna ripartire dal lavoro. Oggi vivere a Roma con stipendi da 1100/1200 euro, quando si ha una famiglia da mantenere, è impossibile. Nella amministrazione pubblica dobbiamo esigere onesta ed efficienzama anche garantire dignità a chi lavora».

Sempre a parlare del pubblico, ma nel privato?
«Ai dipendenti pubblici dico: attenzione siamo alla vigilia di una guerra tra lavoratori pubblici, sicuramente più garantiti, e quelli privati che hanno perso il lavoro o conosciuto la cassa integrazione. Da sindaco abolirò le gare al massimo ribasso e lì dove ciò non fosse possibile escluderò dai criteri di aggiudicazione l'incidenza del costo del lavoro. Di più: verranno premiate le aziende che investono in formazione e per alcuni servizi si dovranno usare solo lavoratori residenti a Roma».

Non la accuseranno di favorire il mondo delle imprese da cui lei proviene?
«Le gare al massimo ribasso hanno fallito il loro scopo: corruzione ai massimi livelli, costi alti, bassa qualità dei servizi, competizione al ribasso delle aziende e nei settori ”people intensive” - come nel caso dei call center - una vera e propria macelleria sociale».

 

Lei che si è appena alleato con Berlusconi fa questa proposta che è di sinistra. Deve riequilibrare?
«Non so se questa proposta è di destra o di sinistra, liberale o liberista, marxista o marxiana. Di sicuro non è marziana. Rientra in un discorso concreto, che è quello che interessa ai cittadini. Bisogna ridurre le tasse e rimettere i soldi in tasca ai romani. Le imprese devono creare ricchezza e tornare ad investire sul personale e noi creeremo le condizioni affinché ciò avvenga».

Non è demagogica la sua proposta di stipendio a 1.500 euro al mese per tutti i dipendenti comunali che non sempre brillano per efficienza ?
«Parliamo di un numero limitato ed è fattibilissima. Ci sono le condizioni per attuarlo nel rispetto dei contratti e fondi per farlo. Parliamo di circa 50 milioni su un bilancio di 5 miliardi La gente, come le dicevo, deve tornare nella possibilità di spendere. I negozi chiudono, l'edilizia è ferma. Nessuno più firma nulla. Una città paralizzata che sta morendo».

Non bisognerebbe legare gli stipendi almerito?
«Certo. E vanno collegati anche alle mansioni. Ci saranno responsabili di quartiere in modo che i cittadini abbiano un nome e cognome da chiamare. Di più: ci saranno responsabili del decoro per ciascuna piazza importante e responsabili per le strade. A Roma non mancano dipendenti pubblici: diamogli mansioni e responsabilità e facciamoli lavorare!».

Più soldi per tutti, anche ai vigili scioperati?
«C'è molto da fare in quel campo ma non vanno criminalizzati. Non possono avere, ad esempio, lo stesso contratto di un normale impiegato comunale. Girano armati, hanno funzioni di polizia giudiziaria, fanno un lavoro anche pericoloso. E stando nelle strade, sono soggetti ad usura fisica. Le faccio un esempio. Mettere una pattuglia di notte a guardare, impotente, i campi rom è inutile e toglie il servizio in caso di incidenti sulle strade. I campi rom vanno chiusi».

Crede alla rotazione dei vigili, per evitare casi di corruzione?
«Non credo al criterio della rotazione su cui la giunta Pd ha tanto insistito. Se sei ladro a Ostia, lo sarai anche a Centocelle. Se rubi, vai in galera: ecco la soluzione!».

Sulle maestre precarie degli asili nido, qual è la sua posizione?
«Va sanata l'ingiusta discriminazione tra loro e le maestre statali. Anche quelle comunali che fecero il corso-concorso devono rientrare nella direttiva europea. E ancora. Bisogna aiutare, nella graduatoria per gli asili, le giovani coppie oggi superate nell'accesso anche dagli immigrati. Se non si affronta con realismo questa questione molto sentita dalle famiglie, si fomenta l'intolleranza razziale».

Intanto, è spaventato dall’esclusione della lista Fassina che secondo molti osservatori aiuterebbe Giachetti?
«È già difficile prevedere se chi ha votato Pd tornerà a farlo.
Prevedere se quelli di Fassina voteranno Pd, vuol dire entrare nel campo della chiromanzia». Mario Ajello

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