Roma, Meloni si candida sindaco. Schiaffo a Berlusconi

Meloni
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Mercoledì 16 Marzo 2016, 09:27 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 11:09

Alle ore 12, nella piazza del Pantheon, dopo giorni di tira e molla e dubbi il dado finalmente è tratto: Giorgia Meloni annuncia la sua discesa in campo accendendo, di fatto, la miccia per l'implosione del centrodestra in tutta la penisola. La candidatura della leader di Fdi, infatti, è lo specchio di una nuova e clamorosa rottura tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi che, sull'onda della frattura capitolina, ora rischiano seriamente di correre separatamente a Torino, Bologna e anche a Napoli. Perchè se il passo della Meloni arriva in piena sintonia con la Lega, l'ex premier, su Guido Bertolaso, non cede. Tanto che l'ex numero della Protezione civile rilancia: «vado avanti come una ruspa».

I fatti, però, dicono che a Roma, a meno che nei prossimi giorni non si concretizzi un ticket Meloni-Bertolaso dato oggi per quasi impossibile, Lega e Fdi correranno assieme lasciando, dopo le gazebarie dello scorso weekend, Bertolaso a FI. «A Roma non ci sono condizioni per l'unità»,sottolineava in mattinata Salvini preceduto dall'ex Cavaliere, il quale si diceva sicuro che, a dispetto di Meloni, Bertolaso vincerà. Il leader azzurro quindi è passato all'attacco: «i leghisti di Roma sono tutti ex fascisti quindi hanno vecchie liti tra loro che sfociano tutti i giorni». Poi è toccato a Meloni fare il cruciale passo avanti, sottolineare (dopo le polemiche sulla sua maternità) come «nessun uomo possa dire ad una donna cosa fare e lanciare un ultimo, forse tardivo, appello a Berlusconi: «non lasciamo che vinca il M5S». Parole che sottintendono quello che dalla Lega argomentano ormai da tre settimane: con Bertolaso non si fa altro che fare un piacere a Matteo Renzi. Poi Salvini è volato a Torino "estendendo" il perimetro della rottura e dicendo addio a Osvaldo Napoli con la candidatura del notaio Alberto Morano. «Berlusconi fatica a capire l'importanza di candidare persone pulite», è la stoccata di Salvini che, a questo punto, a Bologna difficilmente cederà sulla "sua" Lucia Borgonzoni.

Del resto, sebbene il diretto interessato neghi, quella di Salvini ha tutta l'aria di essere una scalata al centrodestra, con tanto di appuntamenti all'estero (in Israele e poi negli Usa, dove forse incontrerà Donald Trump) e "annessioni" parlamentari, che oggi prende le fattezze dell'ex Fi Guglielmo Picchi e che, nei prossimi giorni, potrebbe vedere
«nuovi arrivi», prevede sornione il leader leghista. Quella dei tre leader del centrodestra a Bologna sembra insomma una foto ormai sbiadita e, a testimonianza della tensione tra Berlusconi e Salvini, c'è l'annullamento dell'intervento del secondo a Mattino 5, previsto per domani. Mentre Salvini, anche oggi, torna a sottolineare come qualcuno, vicino al Cavaliere, forse preferisca quel clima da Nazareno estraneo a Lega e Fdi. Un clima che in FI invece rigettano con nettezza tanto che da Arcore filtra in serata la piena convinzione di Berlusconi sulla scelta di Bertolaso.

Una scelta, sottolineano gli azzurri, confortata anche dai primi sondaggi che danno l'ex numero 1 della Protezione civile e Meloni più o meno a pari merito. Tutto ciò conferma che c'è un dna popolare e liberale e un dna populista e da politica vecchio stile, osservano i vertici azzurri descrivendo l'umore di un Berlusconi che, oggi più di ieri, si dice convinto a scendere personalmente in campo per il suo "candidato del fare". E Meloni? In Fdi si comincia già a lavorare su più liste d'appoggio, su una campagna economicamente e mediaticamente non facile ma che
«toccherà l'orgoglio di essere romani». Una campagna che, solo nell'area del centrodestra vedrà in campo anche Francesco Storace (che lancia l'idea di primarie per il 3 aprile) e Alfio Marchini, a testimonianza di una balcanizzazione che al Pd non può far che piacere e che allontana, molto probabilmente, il traguardo di un ballottaggio.

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