Statue, colonne e celle segrete,
così rinasce il Museo del Foro romano

Mario Bellini
di Laura Larcan
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Mercoledì 2 Marzo 2016, 17:02 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 20:56

Il nuovo Museo del Foro, la carica dei 60 volontari addetti alla vigilanza, il nuovo sistema di ingressi, la sinergia con l'Opera Romana Pellegrinaggi per aprire il Carcere Mamertino, i progetti della Caffetteria e del ristorante gourmet. Sono i punti chiave illustrati oggi dal soprintendente per i beni archeologici Francesco Prosperetti.


Il Museo del Foro. Si prospetta come un cantiere di grande suggestione, che in queste ore sta supervisionando l'archeologa Patrizia Fortini. Nascerà sulle “rovine” dell'Antiquarium che all'inizio del Novecento allestì l'archeologo e architetto Giacomo Boni negli spazi dell'antico convento di Santa Francesca Romana). «Alla fine degli anni '70 del secolo scorso venne chiuso per la vetustà del complesso espositivo e per la necessità urgente di riorganizzare gli uffici per il personale della Soprintendenza, ma oggi rappresenta una grave mancanza grave che sarà recuperata», spiega Prosperetti. Art director del nuovo allestimento museale che coinvolgerà i primi due piani del convento è l'archi-star Mario Bellini che ha già firmato la copertura di una delle corti del Louvre a Parigi. Tra le novità più interessanti, la soluzione di inserire nel percorso di visita la cella del tempio di Venere e Roma, praticamente preclusa da sempre al pubblico. «Il nuovo museo dovrà sanare una grande lacuna, raccontando la storia del Foro romano, la storia della fondazione di Roma e di questo luogo che è stato fulcro della civitas romana», dice Prosperetti. Qui saranno esposti i materiali originali dal sepolcreto arcaico di Roma, fino ai fregi della Basilica Emilia. Il progetto è ambizioso e sarà dilazionato nel tempo. Per una apertura bisogna attendere i primi mesi del 2017. «Stiamo elaborando il progetto definitivo, ma sono ormai iniziati i lavori preliminari per l'impiantistica e nel 2016 si completeranno le fasi di appalto», precisa il soprintendente. Costo dell'operazione, 3,5-4 milioni.

I 60 volontari. Arriva una squadra di 60 volontari del servizio civile per Colosseo, Foro, Palatino e siti della Soprintendenza archeologica romana per servizi di accoglienza e vigilanza. «I primi 29 giovani arriveranno già a marzo», avverte Prosperetti, grazie ad «un progetto coordinato dalla Presidenza del Consiglio. Prima di giugno poi partirà un secondo progetto, in questo caso coordinato dal Mibact, che prevede altre 31 unità». La formazione è già in corso. «Si tratta - assicura il soprintendente, di una formazione specifica - per vigilanza e custodia». Inuovi arrivati, sottolinea, verranno messi subito a pieno titolo tra il personale. «La soprintendenza ne ha proprio bisogno. In questi mesi molti custodi che erano in servizio hanno avuto il passaggio di qualifica e sono stati spostati in ruoli amministrativi, per cui c'è una carenza significativa che va colmata».

Carcere Mamertino. Joint-venture tra Soprintendenza e Opera Romana Pellegrinaggi che lanciare un biglietto integrato tra il Carcere Mamertino e il Foro romano. Entro il 19 marzo sarà aperto il nuovo accesso all'area archeologica tra via del Tullianum e via della Curia. A maggio debutterà il sistema della biliettazione integrata. Inoltre, sono in dirittura d'arrivo i lavori di restauro del sito sotto la cura di Patrizia Fortini.

Caffè e ristorante.
Al lavoro anche sul fronte dei servizi al pubblico. Prosperetti ha confermato che saranno utilizzati i locali di una biglietteria in disuso presso l'ingresso di via della Salara Vecchia per allestire una caffetteria con uso di dehor, che dovrebbe aprire per l'estate. Inoltre, è ormai concluso lo studio di fattibilità per il grande ristorante belvedere da allestire all'ultimo piano son terrazza del Museo Palatino. Ormai la biblioteca presente nello storico edificio è in corso di trasferimento a Palazzo Altemps. Ma i tempi per il debutto sembrano destinati a slittare: «Dobbiamo rifare tutto il solaio dell'ultimo piano - avverte Prosperetti - Siamo costretti a demolirlo amche perchè non corrisponde ai criteri antisismici. E questo intervento porlunga i tempi di attuazione». 

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