ENIGMA
E' un’enigmatica assenza/presenza, manda segnali contradditori su di sé, sulla sua persona, sulle ragioni della sparizione. Oggetto di lettere minatorie che fanno pensare al peggio, in fuga (verso dove?), coinvolta in incidenti stradali forse simulati.
PERSONE
Ognuna delle persone con cui parla Maurizi, il commissario incaricato dell’indagine, può ben dire «io la conoscevo bene». Ma chi l’ha conosciuta Laura, la conosce davvero? Giovane e bella storica dell’arte con accanto un marito innamorato di lei tanto da averne quasi una sorta di venerazione e da scriverle dopo che è andata via «io sono come un assetato nel deserto ti amo ti amo ti amo come sempre ti prego rispondimi».
Per l’amica del cuore, è la donna alquanto misteriosa che alterna momenti di sincerità assoluta, spiazzante, addirittura brutale a momenti in cui guazza nella menzogna. Laura donna inquieta: quando su di lei scendono le ombre che la fanno sentire come se fosse travolta dal “ghibli”, uno dei venti più temuti del deserto e in queste giornate si chiude in se stessa senza uscire di casa e non vuole che nessuno la tocchi.
Laura con la sua incontrollabile volubilità che liquida amanti in modo spietato, inseguita dal rancore di qualcuno di loro che potrebbe anche essersi trasformato in vendetta. Laura, moglie amata ma vistosamente fedifraga che sembra attratta da un oscuro impulso di redenzione.
MALFATTORI
«È probabile che la signora, allontanatasi da casa in un primo tempo di sua spontanea volontà sia incappata in una banda di malfattori che sembra la tengano prigioniera», scrive ancora Il Messaggero. E quel fine indagatore dell’animo umano che è Maurizi, commissario con buone letture (conosce Campana e T.S. Eliot, al momento giusto utili per la ricerca) sulle tracce di Laura incontra amici, amanti, analisti, avvocati, professori d’università. Scavando sotto la patina delle ipocrite e frettolose definizioni che l’hanno ingabbiata, l’identikit psicologico della donna inizia a comporsi e con esso le tracce ora visibili del suo percorso di fuga e le ragioni (vere) della scomparsa.
NOTE
Nelle note finali, Camilleri scrive che il suo non è il racconto poliziesco su di una giovane donna che non si trova più, ma il tentativo di disegnare, con mezzi semplici, «un ritratto femminile complesso, sì, ma non così inconsueto come a prima vista può apparire». [/FORZA-RIENTR]
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