De Laurentiis: «Insigne rappresenta Napoli.
Sarri? Ha un contratto stile cinema»

De Laurentiis: «Insigne rappresenta Napoli. Sarri? Ha un contratto stile cinema»
di Redazione Sport
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Martedì 6 Ottobre 2015, 10:04 - Ultimo aggiornamento: 20:14
Il sole è alto sul Napoli di Sarri dopo lo 0-4 di San Siro contro il Milan. Una “impresa” o semplicemente una partita ben giocata sulla strada del titolo? Il presidente Aurelio De Laurentiis dice la sua ai microfoni della trasmissione Tiki Taka, con molta prudenza nel pronunciare la parola scudetto, ma idee chiare e soddisfazione per il gioco e l'entusiasmo della sua squadra. « Dal 1986 a oggi avevamo vinto solo due volte contro il Milan e il successo di domenica è stato un regalo che abbiamo voluto fare ai tifosi del Napoli che vivono a Milano e che spesso di lunedì subiscono sfottò. Per una volta hanno potuto essere altezzosi, non guardare i rivali dall’alto in basso, ma almeno con fierezza. E’ un regalo per loro e per tutti gli altri napoletani».
Fenomeno Sarri: «Ho detto alla critica che doveva prendersela con me perché ho le spalle larghe, ma anche perché nel calcio non si può ignorare che ci sono un mercato che dura fino a fine agosto e la necessità di inserire i giocatori lavorando sul campo. Le prime partite sono da sempre un punto interrogativo. I tifosi dovevano avere tranquillità e, siccome io ero rimasto conquistato da Sarri, l’ho spalleggiato con forza. Quando ci ha battuto lo scorso anno con l’Empoli, mi aveva impressionato, ma conoscendolo mi sono piaciute anche la sua intelligenza e la sua semplicità. E’ una persona anche sofisticata e quando mi fanno notare che non è il massimo dell’eleganza perché porta la tuta, io rispondo: “Facciamola finita!”. Benitez mi diceva che gli avevo fatto fare il vestito su misura, ma che gli tirava sotto le braccia e che non riusciva a chiamare neppure i giocatori... Non conta quello che uno indossa. Il contratto annuale? Ha un contratto stile cinema: un anno più 5 opzioni da un stagione ciascuna. Ogni anno, entro aprile, ho il diritto di esercitare l’opzione per riconfermarlo».
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The "Normal One": «Avevo pensato a Klopp e a uno spagnolo (Emery) per continuare la sequenza ispanica. Poi però ho messo sul tavolo come unici due “italiani” Sarri e Mihajlovic. Di quest’ultimo mi piaceva il piglio forte, ma la seconda volta che ci siamo incontrati mi ha detto “Presidente, lei è scomparso per due settimane”. Sentirmi affrontare con queste parole, anche se in modo educato, mi ha fatto capire che avevo bisogno di un umile professore come Sarri. I suoi pregi e i suoi difetti? Legge molto, come me, e questo è bello. Purtroppo però fuma tanto: io ho smesso altrimenti sarei morto e adesso devo convincere anche lui».

Insigne e lo scudetto: «Il problema non è pronunciare quella parola, ma il ruolo che uno ricopre: il tifoso è giusto che sogni, il presidente deve stare con i piedi per terra perché le partite da giocare sono tante e le avversarie insidiose. La strada è impervia, ma noi ce la metteremo tutta. Insigne? E’ bellissimo quando gioca in coppia con Higuain. Abbiamo bisogno di un esponente del mondo napoletano e lo abbiamo trovato. Lorenzo ha il fiuto del gol, soprattutto da quando Sarri lo ha messo al posto giusto nel 4-3-3. Vogliamo fare un nuovo centro sportivo per i giovani».