Protagonista di quella che poi è diventata la rivoluzione del mondo del giornalismo, è Julian Assange, interpretato nel film da Benedict Cumberbatch, già noto per il suo Sherlock nella serie prodotta dalla BBC. Con un piccolo budget a disposizione, Assange e Daniel Domscheit-Berg, interpretato da Daniel Brűhl, creano una piattaforma web con l'intento di far nascere una vera e propria "casa" per tutti gli informatori segreti. Da quel momento, inizia la strada in salita di WikiLeaks e di Assange, tuttora rifugiato politico, dopo una richiesta di estradizione da parte della Svezia.
Nell'accettare il ruolo, Cumberbatch ha raccontato di aver contattato il vero protagonista della storia per incontrarlo personalmente. La risposta di Assange, però è stata negativa, nonostante il film contribuisca a rendere ancora più noti i segreti da lui portati a galla. «Credo tu sia una brava persona - ha risposto l'attivista di origini australiane - ma il film non mi sembra un buon film.
Nasconderà la verità in un momento in cui viene richiesta verità». Nel film, in effetti, il creatore di WikiLeaks viene raccontato come un integralista e narcisista. Forse proprio perché la pellicola è basata sul libro scritto da Daniel Berg dopo la rottura con Assange, raccontata anche nel film. «Se volete la verità dovete cercarvela da soli» è il motto del giornalista che fa del segreto di Stato un nemico contro cui tutti siamo chiamati a combattere, «soprattutto dato che il coraggio è sempre contagioso», come sottolineato in una scena del film. Difficile portare fedelmente nelle sale la storia dell'enigmatico Assange, per alcuni un eroe e per altri un traditore.
«Potrebbero volerci decenni per capire veramente l'impatto che ha avuto WikiLeaks e quanto abbia rivoluzionato la diffusione delle informazioni - ha dichiarato il regista Bill Condon - il nostro film non pretende di avere la parola definitiva sull'argomento, speriamo solo che possa rappresentare efficacemente questa realtà e stimolare le discussioni provocate da WikiLeaks».