Usa, ostriche baby in affidamento per farle crescere bene

Usa, ostriche baby in affidamento per farle crescere bene
di Anna Guaita
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Mercoledì 9 Luglio 2014, 01:44 - Ultimo aggiornamento: 01:48
NEW YORK - I primi esploratori che sbarcavano nelle baie del Nuovo Mondo erano impressionati dalle ostriche: grandi come il palmo di una mano, succulenti, saporite. Resterebbero delusi a sapere che i più grandi bacini di raccolta di ostriche nel mondo sono oggi semivuoti. Ma forse si unirebbero alle migliaia di volontari che stanno lottando per ripopolare le baie degli Stati Uniti con l'amato mollusco. Dall'Alabama al Rhode Island, passando per la Virginia, il Maryland e New York, negli ultimi anni sono nate decine di associazioni ambientaliste con migliaia di sostenitori che hanno abbracciato un esperimento senza precedenti: prendere centinaia di ostriche "bambine" in affidamento, crescerle per un anno, e poi depositarle nelle barriere artificiali, in zone protette dalla pesca. Si chiama "giardinaggio acquatico" e sta furoreggiando.



I CORSI

Proprio a metà luglio si tengono i corsi di addestramento per gli aspiranti "pollice blu". Chi vuole partecipare all'opera di ripopolamento deve mettere a disposizione uno spazio acquatico che abbia la giusta salinità. E poi deve pagare 30 dollari, il costo di una gabbia piena di ostriche piccole piccole. E allora viene ammesso ai corsi, nei quali imparerà come prendersi cura delle ostrichette e farle diventare grosse e sane.

L'iniziativa interessa la Mobile Bay in Alabama, la Chesapeake Bay in Virginia e Maryland, l'Harbour di New York e la Narragansett Bay del Rhode Island. Sono tutti specchi d'acqua dove le ostriche crescevano a miliardi. La pesca eccessiva e l'inquinamento hanno devastato i banchi, ma nel distruggerli hanno peggiorato anche la qualità delle acque.



L’AMBIENTE

È un circolo vizioso: distruggere le ostriche, le "spazzine del mare" (un'ostrica adulta depura circa 200 litri di acqua al giorno) vuol dire peggiorare l'inquinamento, e peggiorare l'inquinamento vuol dire ammazzare altre ostriche. Dunque il progetto di ripopolamento intende rompere questo serpente che si mangia la coda.



E tutto sembra procedere bene. I volontari si moltiplicano, e chi lo fa un anno si appassiona e resta fedele al progetto: «La gente che vede le loro ostrichette crescere, vuole ripetere questa sensazione di successo, di sentirsi utili sia all'animale che alla comunità» spiega Don Webster, professore di "Risorse Naturali" all'Università del Maryland.

A New York, gli studenti della Harbor School, che fanno parte del "Billion Oysters Project" hanno il piano ambizioso di allevare almeno un miliardo di ostriche e garantire alla baia di New York la possibilità di riappropriarsi del titolo di "capitale mondiale delle ostriche". E loro hanno ottenuto anche la collaborazione dei ristoranti: invece che buttare le valve vuote, i ristoranti le lavano e le conservano perché possano essere usate per creare le barriere alle quali fare attaccare le ostriche giovani.