Online sul sito Kickstarter, portale dedicato alla ricerca e alla raccolta di libere donazioni per progetti creativi, il maestro di “Fa’ la cosa giusta” e “Jungle Fever”, due nominations agli Oscar, ha rivolto un appello accorato ai suoi sostenitori per chiedere i soldi necessari a produrre la sua prossima pellicola, ancora senza titolo ma soprattutto senza finanziatori. In una lettera e in un video, Lee ha messo nel mirino il sistema degli studios di Hollywood, pronto ad appoggiare e a realizzare solo film di cassetta, e perciò reo di danneggiare indirettamente gli autori coraggiosi e impegnati come lui.
Un riferimento personale inserito non a caso tra le righe visto che il regista non ha tralasciato di citare i suoi gloriosi trascorsi e i meriti, tra cui anche quello di aver lanciato attori del calibro di John Turturro e Halle Berry, che giustificherebbero un intervento a suo favore. Per tutti i benefattori Spike poi ha posto come rassicurazione l’onestà dimostrata in quasi trent’anni di carriera: “Da quando ho iniziato a dirigere ho promesso sulla tomba di mia madre che ogni centesimo guadagnato sarebbe finito sullo schermo e non nelle mie tasche: non vi chiedo una tassa, le vostre generose donazioni renderanno possibile questo film”.
E i suoi appassionati seguaci dovranno essere davvero generosi; l’obiettivo, più o meno impossibile, infatti, è quello di arrivare a 1 milione e 250 mila dollari in un mese. Per ora la cifra raggiunta supera i 90mila dollari ma mancano ancora ventinove giorni alla chiusura della campagna e così le speranze per la sua nuova pellicola, incentrata a suo stesso dire sulle dipendenze dell’essere umano, resistono ancora.
Di certo quella del crowd funding su Kickstarter è una moda che sta prendendo sempre più piede nel cinema americano. Ultimamente a ricevere il sostegno sul portale sono stati i film “Veronica Mars”, costato 5 milioni, e “Wish I Was Here”, capace di raccoglierne circa 3. Negli States, però, c’è già chi non vede di buon occhio la candidatura di Lee: il portale, infatti, era nato in origine per favorire i lavori di talenti alle prime armi . Sicuro allora che il buon Spike, 40 milioni di dollari in banca secondo alcune stime, abbia tutto il diritto di chiedere questo benedetto milione?
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