Caso Scajola, la Francia dà l'ok all'estradizione di Chiara Rizzo. Venerdì sarà in Italia

Caso Scajola, la Francia dà l'ok all'estradizione di Chiara Rizzo. Venerdì sarà in Italia
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Mercoledì 14 Maggio 2014, 12:43 - Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 10:58
La Corte d'Appello di Aix en Provence ha accolto la richiesta di estradizione di Chiara Rizzo, la moglie di Amedeo Matacena arrestata luned all'aeroporto di Nizza. Chiara Rizzo potrebbe tornare in Italia venerdì prossimo.



La visita dei parenti Claudio Scajola ha incontrato ieri nel carcere di Regina Coeli la moglie, Maria Teresa Verda, e i due figli, ha riferito l'avvocato dell'ex ministro dell'Interno, Giorgio Perroni. Il legale ha detto che presenterà ricorso al Tribunale del Riesame di Reggio Calabria contro l'ordinanza d'arresto che ha portato Scajola a Regina Coeli giovedì scorso con l'accusa di aver favorito la latitanza dell'ex deputato Pdl Amedeo Matacena.



Le nuove intercettazioni «Pappa e ciccia non si fa!». È una delle frasi pronunciate dall'ex ministro Claudio Scajola in una conversazione telefonica con la moglie di Amedeo Matacena, Chiara Rizzo.

La conversazione è contenuta nella richiesta della Dda di Reggio Calabria che ha portato all'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Scajola ed altre sette persone. Era il 6 agosto 2013 quando Rizzo e Scajola esprimono la «loro delusione - annotano i Pm - per la manifestata impossibilità d'intervento da parte di 'Max', sul quale avevano evidentemente poggiato le loro aspettative al fine di poter concretare, verosimilmente, un'operazione finanziaria della quale i due interlocutori sono bene attenti a celare gli estremi informativi».



Chiara Rizzo riferisce a Scajola che «no, lui mi ha solo detto, forse è l'unica cosa che puoi fare, falla, stasera chiamami, mi fai sapere ... ora mi ha accompagnato che io mi dovevo comprare gli asso... cioè, mi voleva accompagnare qua dentro, poi io ho evitato, che una volta eravamo qua dentro, gli ho detto, scusa ma sai, devo fare delle cosine ... cioè, mi mettevo a fare ... che me ne fregava, no ... io ho cose da fare, sei d'accordo? Mi metto a fare con lui ...». E l'ex ministro le risponde che «non c'è dubbio, per carità!».



La lite Ci sono anche momenti di tensione ed un litigio nelle conversazioni tra Claudio Scajola e la moglie di Matacena, Chiara Rizzo. In una telefonata intercettata il 18 gennaio 2014 l'ex ministro dice alla Rizzo che deve fare delle scelte e lei risponde «che scelte devo fare?». A questo punto Scajola dice alla donna «senti figliola, basta balle e sotterfugi, su...». La conversazione si conclude con la Rizzo che tronca il dialogo chiudendo la telefonata bruscamente.



La moglie di Matacena aggiunge che «gli ho detto, scusami ma io sai devo fare ...» e Scajola pronuncia la frase «ma pappa e ciccia non si fa, pappa e ciccia non si fa». La Rizzo insiste sostenendo di aver detto a Max che «ecco! Gli ho detto, scusa ma io ho delle cosine da fare, gli ho detto, devo comprare delle cremine ...» e Scajola ribadisce che «pappa e ciccia non si fa!».



Al Monte dei Paschi Quando alla sede centrale del Monte dei Paschi di Siena videro il nome di Chiara Rizzo «saltarono sulla sedia» e subito dopo uno dei conti correnti di cui era beneficiaria fu bloccato. È quanto emerge da una intercettazione telefonica registrata il 23 settembre 2013 tra Chiara Rizzo ed il factotum di Matacena, Martino Politi. La trascrizione della conversazione è contenuta nella richiesta di ordinanza di custodia cautelare avanzata dalla Dda al gip di Reggio Calabria.



Il pm «La determinazione che caratterizza l'agire di Claudio Scajola dimostra in modo inattaccabile che lo stesso è portatore di un interesse autonomo verso la pianificata conservazione dell'operatività diretta del Matacena». Lo scrivono i magistrati della Dda di Reggio Calabria nella richiesta di ordinanza di custodia cautelare al Gip. «Ecco spiegata - aggiungono - la ragione che spinge Scajola ad essere diretto protagonista di una serie di incontri finalizzati a programmare lo spostamento di Matacena».
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