Regionali, Abruzzo al centrosinistra: D’Alfonso sorpassa Chiodi

Luciano D'Alfonso
di Andrea Taffi
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Martedì 27 Maggio 2014, 08:53 - Ultimo aggiornamento: 09:03
PESCARA - Superare processi e rottamazioni, addirittura dall'interno, stappando champagne per l'elezione a governatore. Tutto si pu dire meno che Luciano D'Alfonso sia un politico normale: l'assoluzione in due giudizi di primo grado sembrano un puntino all'orizzonte nel giorno in cui da candidato del centrosinistra riconquista l'Abruzzo dopo il big ben di Sanitopoli che nel 2008 aveva fatto tabula rasa dei democratici; farlo poi nel giorno in cui il suo segretario nazionale (nonché Presidente del Consiglio) continua a declinare a tutto spiano il verbo rottamare deve avere un sapore del tutto speciale. Quando lasciò per motivi giudiziari la vita amministrativa il suo ultimo domicilio conosciuto era lo scranno di sindaco di Pescara, dicembre 2008. In mezzo, un processo molto ingombrante, l'accusa di campare senza bancomat con i risparmi della zia, tanto silenzio e il rosario con cui si presentava ad ascoltare le udienze.



I VOTI AL PRESIDENTE

Non è poco e non è tutto: nella fenomenologia vittoriosa del nuovo governatore che frantuma 46,3 a 29,3 l'uscente Chiodi c'era anche l'arruolamento di alcuni dinosauri di lungo corso e transfughi della destra che in corso di campagna elettorale gli avevano provocato attacchi, polemiche e dissapori. Tritato tutto, tutto alle spalle. Luciano D'Alfonso quindi, uno e trino: capace oltretutto di invertire i risultati delle Europee che in Abruzzo avevano visto i grillini al 30%, uno dei migliori risultati d'Italia per i malconci di Cinque Stelle. Ancora: ha portato a casa circa 50 mila voti fuori dalle liste. Totale stimato: circa 300 mila voti, gli stessi che aveva preso Chiodi cinque anni fa quando però non c’era Cinque Stelle e l’astensionismo tenne lontano un abruzzese su due. La versione 3.0 di Luciano D’Alfonso, dopo Provincia e Comune, sbarca nel comitato pescarese alle 20, dopo una giornata, secondo rito elettorale, dedicata a ritiro e meditazione.



STRAVOLTO E DETERMINATO

E' stravolto e felice: «Mi aspettavo più consistenza sul piano tematico durante la campagna elettorale - confessa - mentre invece una parte concorrente mi ha inseguito con rabbia, cattiveria e invidia». Nonostante stress ed emozione, è lucidissimo: «Manderò subito una lettera a tutti i dirigenti per capire a quanto ammonta la situazione debitoria dei vari settori, un percorso che ho fatto in tutti gli enti che ho governato». Poi una legge che abbatta la burocrazia in favore delle imprese «e tutto il necessario per far sentire la sanità di questa Regione vicina alle persone che ne hanno bisogno».



LA RIVINCITA PERSONALE

Ma il capitolo più ingombrante è quello personale. D’Alfonso risponde a giri contati, troppo delicato il terreno, troppa sofferenza alle spalle. «Questa non è la mia rivincita ma la vittoria dell’Abuzzo che vede riconosciuto il suo valore. Se ho pianto? Ho avuto tanto dolore in passato, non mi meraviglia più nulla, mi fanno paura solo il tumore o la frana». Le ultime due dichiarazioni sono sugli Appelli di processi in cui è stato assolto («Housework e Caligola? Il mio avvocato mi dice che le sentenze avute sviliscono i tentativi in moto per il secondo grado») e se abbia ricevuto chiamate da Renzi («Ho trovato molte telefonate dalla segreteria nazionale, non ho fatto in tempo a vedere chi fosse»). Gli sono arrivati invece i complimenti di Chiodi, governatore uscente, con un Sms «che fa molto bene in questa regione alla civiltà del confronto».



CHIODI, COMPLIMENTI E VELENO

Lo stesso Chiodi ha salutato gli elettori con una lettera che ha ripercorso gli estremi del suo mandato: dalla tragedia del terremoto al G8 aquilano. Tra soddisfazione e veleno sulla coda verso la magistratura. «Tutto quello che ho fatto è stato nell’interesse degli abruzzesi. Non è stato sufficiente raggiungere i costi della politica tra i più bassi d’Italia, ridurre debiti e pressione fiscale, garantire la sopravvivenza della nostra sanità riequilibrando il bilancio disastrato. Se non siamo riusciti a spiegare questo agli abruzzesi è colpa mia, non vostra. Ma, tra le altre cose, abbiamo dovuto assorbire un'azione giudiziaria che a me è sembrata "ad orologeria" e che ha provocato, proprio nel momento più delicato, difficoltà enormi nella composizione delle liste».