Psg e Barça vincono anche al ritorno
e vanno ai quarti con Bayern e Atletico

Psg e Barça vincono anche al ritorno e vanno ai quarti con Bayern e Atletico
di Benedetto Saccà
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Mercoledì 12 Marzo 2014, 23:37 - Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 17:40

Il Barcellona e il Psg hanno planato fino ai quarti della Champions League. Piegati e di riflesso eliminati, dunque, il Manchester City (2-1), fra l’altro la seconda squadra inglese estromessa nell’arco di due giorni, e il Bayer Leverkusen (2-1). Nessuna sorpresa, per la verità. Del resto, gli spagnoli avevano vinto la partita di andata per 2-0, mentre i francesi avevano perfino già timbrato la sentenza (4-0) lo scorso 18 febbraio.

Ricca di palpiti la sfida del Camp Nou. Messi e Dani Alves, esattamente i marcatori del primo incontro, hanno indovinato la via del gol nella ripresa a cavallo della rete firmata da Kompany, piovuta in un momento ormai poco fruttuoso. Il Barça, bisogna dirlo, ha scelto di affidarsi all’intelaiatura tattica del passato per proteggere il vantaggio più che per proclamare la propria superiorità e dunque per proporre una mirabile trama offensiva. Difesa alta, Piqué e Mascherano sistemati quasi al limite del cerchio centrale, squadra raccolta, scambi brevi e precisi, Iniesta, Xavi e Messi poeti del passaggio.

Il tempo lascia però delle scorie, si sa: e quel che avveniva può ripetersi difficilmente, specie dopo un periodo di digiuno. Ecco, quindi, una certa lentezza blaugrana nel recupero del pallone, un incipiente invecchiamento dei protagonisti, una fluidità ancora da registrare. Busquets è apparso in affanno e Neymar è sembrato incline al ripiegamento, appena egoista, forse lezioso: e, non per caso, si è caricato più di un fischio del pubblico sulle spalle. Viceversa Messi ha lavorato per due, siglando il primo gol della serata al 67’, concludendo da ogni posizione, colpendo un palo in diagonale, liberando i compagni al tiro, inventando calcio e finezze varie. L’argentino si sarebbe pure procurato un rigore se il pessimo arbitro francese Lannoy non avesse commesso errori a scansione multipla: d’altronde ha negato almeno tre penalty, uno appunto per il fallo di Lescott su Messi, un altro per un intervento di Iniesta su Silva, un terzo originato da scivolata scomposta di Piqué tentata nei confronti di Dzeko. Tutto punibile, almeno dalla tribuna e dalla televisione: non secondo Lannoy, certo. E non basta. Il blocco arbitrale ha anche annullato una rete regolare di Neymar, innescato a specchio aperto da Jordi Alba. Un disastro.

Il Barcellona ha faticato, d’accordo, eppure è riuscito a mantenere il controllo della sfida: Messi, Fabregas, Iniesta e Xavi hanno tutti disegnato calcio, hanno tracciato splendide ragnatele di gioco e hanno impegnato Hart. Il City non è però rimasto ad ammirare, nonostante l’ansia montante dell’eliminazione. È vero, Silva ha offerto un notevole contributo in avanti e Milner ha impensierito Valdes, anche se la direzione del vento è letteralmente cambiata nella ripresa grazie all’ingresso di Dzeko. Il bosniaco ha assicurato la profondità, ha saputo avanzare il baricentro e ha chiamato il portiere rivale al prodigio, indirizzando un colpo di testa verso l’incrocio: spettacolare la deviazione in angolo di Valdes all’ultimo sussulto. Kompany, infine, ha realizzato un gol pressoché inutile. E l’espulsione di Zabaleta, giunta al 78’, ha solo completato l’opera.

Quanto alla sfida del Parco dei Principi, intelligente il Psg ad amministrare l’ampio margine. Una prova di maturità, un accredito legittimo. Sam ha spezzato l’equilibrio in avvio, poi l’ex romanista Marquinhos e Lavezzi hanno spento ogni velleità avversaria. Apprezzabile Pastore, bravo ad inquadrare la porta più volte, poco incisivo stavolta Ibrahimovic, comunque abile nel centrare la traversa. Sul versante del Leverkusen, Donati e Castro hanno evitato un passivo peggiore, Rolfes ha incrociato il tiro dal dischetto ma ha trovato i guanti di Sirigu e Can si è lasciato espellere per doppia ammonizione.

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