NELSPRUIT - Transitare all’aeroporto di Johannesburg ti aiuta a capire un sacco di cose. Anzi, a capire meglio un sacco di cose. I libri, i giornali, le tv e internet ti raccontano la realtà del Sud Africa, ma viverla, la realtà, è un’altra cosa. Si dice che qui che tra neri e bianchi non ci sia più differenza: tutti uguali, tutti con gli stessi diritti e doveri. L’apartheid? Cancellata. Poi capiti all’aeroporto di Johannesburg, un mondo nel mondo sudafricano: entri, fai il check in e a seguire il controllo bagagli, vai verso gli imbarchi e, sarà un caso, ma ti accorgi che i neri (vestiti di nero) fanno i lustrascarpe e i bianchi (vestiti a colori) vendono computer di ultima generazione, e non si sporcano mai le mani.
Sarà stato anche quello un caso, ti dici. Allora ti guardi meglio intorno e vedi che, sarà un caso, ma a fare le pulizie nei pressi dei gate ci sono donne nere con le mani e le gambe gonfie mentre le donne bianche stanno dietro i banchi dell’accettazione, con le unghie laccate e i capelli messi in piega.
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