«Come previsto dal protocollo - spiega il dg dell'Ulss 15 Francesco Benazzi - serve al più presto la procedura di ipotermia, ovvero far abbassare la temperatura corporea in modo da fermare la morte delle cellule cerebrali provocata dalla mancanza di ossigeno. Il neonato è stato inviato a Vicenza perché noi non abbiamo l'apparecchiatura necessaria, disponibile invece a Padova, Treviso, Verona e Vicenza».
Dopo la corsa disperata da Camposampiero, la temperatura del piccolo è stata abbassata fino a 34 gradi: «L'ipotermia viene mantenuta per 3 giorni e poi viene ripristinata la temperatura normale per valutare l'effetto. Sono felice che tutto si sia concluso con lieto fine - aggiunge il direttore Benazzi - e visto quanto accaduto presenterò formale richiesta alla Regione Veneto per poter aver il via libera all'acquisto del macchinario, visto che i nostri medici sono in grado di usarlo e che i casi di asfissia neonatale accadono anche nelle nostre sale parto».
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