Intervista a Louis Garrel: «Quante risate sul set con Valeria Bruni Tedeschi»

Louis Garrel con la regista e attrice Valeria Bruni Tedeschi sul set di "Un castello in Italia"
di Gloria Satta
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Domenica 3 Novembre 2013, 10:53 - Ultimo aggiornamento: 7 Novembre, 15:38
Trent’anni, lanciato da Bertolucci in “The Dreamers” e oggi uno degli attori francesi pi richiesti, Louis Garrel tra i protagonisti di “Un castello in Italia”, la nuova commedia di Valeria Bruni Tedeschi, applaudita a Cannes e appena uscita nelle sale.

Garrel interpreta il fidanzato della protagonista, un'ex attrice che tenta di diventare madre. Abbiamo intervistato in esclusiva l'attore.



Come definirebbe il suo personaggio?

“Un bambino capriccioso e orgoglioso che ha un rapporto conflittuale con la protagonista, interpretata da Valeria stessa: è un personaggio nevrotico ma terribilmente simpatico”.

La qualità più grande del film, secondo lei?

“E’ divertente e riesce a mescolare bene la malinconia francese con l’esuberanza e l’autoironia italiane: un mix di cui Valeria, nata in Italia e cresciuta in Francia, è maestra fin dal suo primo film”.



E come ha lavorato con la Bruni Tedeschi, per anni la sua compagna?

“La conosco così bene che andiamo perfettamente d’accordo. E’ una regista formidabile, che ti spinge a non essere convenzionale. Ma a volte adoro martirizzarla. E lei, da parte sua, ha una componente masochistica…sul set, di fronte alle sue richieste assurde, le tenevo testa vendicando così la troupe che non aveva il coraggio di ribellarsi!”.



Vede ancora Bertolucci?

“Sì. E ho molto amato il suo ultimo film Io e te”.



Dopo “La jalousie”, presentato a Venezia, ha girato altri film?

“Sì, nella biografia di Yves saint Laurent, diretta da Bonello, interpreto l’amante del grande couturier”.



Dopo la regia del corto “Le tailleur”, tornerà dietro la cinepresa?

“Sì, l’anno prossimo dirigerò i Capricci di Marianne, da Musset, com Golshifteh Faharani”.



Che cosa significa essere figlio del grande regista Philippe Garrel?

“Sono cresciuto sul set e ho sempre visto papà mettere il cinema al primo posto, come una missione. Quando rischio di diventare pesante, penso a Mastroianni, magnifico attore perché era il campione della leggerezza”.



Cosa fa quando non lavora?

“Mi tormento, pensando che sono meno intelligente di Nanni Moretti”.
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