BATTAGLIA LEGALE?
«Vedremo se la Federazione svizzera annuncerà davvero il bambinello», strillava Lotito lunedì notte. Suonava quasi come una minaccia, una via crucis sino a Natale: «Entro il 20 dicembre annunceremo il nuovo allenatore», aveva assicurato infatti due settimane fa il delegato svizzero Stadelmann. Se così fosse, non ci sarebbero più verità nascoste. Lotito – almeno di facciata («Mi ha assicurato che non ci sono stati contatti con la Svizzera») - crede a Vlado, ma in fondo si consolerebbe con una bugia: Petkovic non vuole dimettersi, il presidente non vuole pagarlo (altri 300 mila euro) invano, si arriverà alla risoluzione sotto l'albero? La Lazio potrebbe chiederla o ambire a una riduzione del compenso o ancora a un risarcimento danni. Ma la strada legale è tutta in salita. Perché non c'è norma che disciplina la firma anticipata (a differenza dei giocatori, a sei mesi dalla scadenza) di un allenatore. L'articolo 33 comma 2 del settore tecnico recita: «Possono trasferirsi nella stessa stagione sportiva presso Federazioni Estere, Tecnici tesserati in Italia a seguito di risoluzione del rapporto a qualsiasi titolo purché sopravvenga accordo consensuale al trasferimento con la società di appartenenza e parere favorevole del Comitato Esecutivo del Settore Tecnico». Ma il biennale di Vlado partirà solo da luglio, dopo il mondiale in Brasile firmato Hitzfeld, quindi non avrebbe motivo di accettare la risoluzione in questa stagione.
OGNUNO PER SÉ
Tecnico a parte, Lotito ha urlato alla squadra. Ennesima strigliata che chissà se servirà a qualcosa. Perché c’è la netta sensazione che prevalga la voglia di arrivare a fine stagione e fuggire il più lontano possibile. Da Marchetti a Klose, la lista è lunga e comprende altri pezzi da novanta, come Candreva ed Hernanes.
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