Lazio, ora si volta pagina
Reja riparte dall'Inter

Lazio, ora si volta pagina Reja riparte dall'Inter
di Gabriele De Bari
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Lunedì 6 Gennaio 2014, 01:55 - Ultimo aggiornamento: 01:56
La farsa finita, il campionato ricomincia. La querelle, tra Claudio Lotito e Vladimir Petkovic, si sposter nelle aule dei tribunali per lasciare spazio al calcio giocato. La Lazio ha fretta di voltare pagina, ripartire e uscire fuori dalla profonda crisi, di gioco e di risultati, che ha penalizzato e mortificato la classifica. Sulla tolda della nave biancoceleste, in balia degli eventi, è tornato Edy Reja, nocchiero di lungo corso, il veterano della serie A, chiamato a gestire una situazione difficile e calciatori che hanno smarrito qualità importanti, come l’umiltà e il sacrificio. Traghettatore è sinonimo di precario, di allenatore a tempo, termine decisamente poco nobile e gratificante per un professionista. Però identifica al meglio il duro lavoro che attenderà il tecnico nei prossimi mesi, anche se potrà sfruttare il vantaggio di conoscere sia lo spogliatoio, che le caratteristiche della maggior parte degli elementi. La squadra non avrà più alibi: dovrà solo garantire dedizione e punti per superare bene un calendario costellato di impegni molto complicati, a distanza ravvicinata.



SFIDA TRA PANCHINE

L’Inter, almeno nel recente passato laziale, evoca ricordi positivi: la Supercoppa vinta a Pechino e l’ultimo successo in trasferta, diventato ormai storico, quello conquistato a San Siro l’8 maggio scorso. C’è l’antico gemellaggio tra le tifoserie, a rendere più accattivante il palcoscenico, ma anche l’assoluta necessità di fare risultato di entrambe le formazioni: l’Inter, per restare agganciata alla zona-Champions, la Lazio, per coltivare la speranza di una rapida risalita che restituisca all’ambiente anche l’entusiasmo smarrito. Il cambio di panchina è arrivato tardi, per alimentare ancora ambizioni europee, ma il campionato è lungo e può giustificare anche i sogni. Interessante si annuncia la sfida tra il rampante Mazzarri e lo stagionato Reja, due modi diversi di interpretare il calcio, con il denominatore comune della concretezza. La compagine nerazzurra, dopo Roma e Juventus, è quella che ha perso meno: solo 2 volte, e che vanta il secondo miglior attacco del torneo, nel quale spicca la classe di Palacio (10 reti). Cifre che bastano per far capire come l’Inter, nonostante sia una nobile decaduta, rappresenti comunque un avversario molto pericoloso. Qualche pareggio di troppo ne giustifica persino la liceità di alcuni rimpianti di classifica.



USATO SICURO

Reja riprenderà in mano una squadra alla quale dovrà restituire fiducia nei propri mezzi, certezze, equilibrio tattico e, soprattutto, una precisa identità di manovra. Per riuscire in questi compiti si affiderà all’usato sicuro, a quei calciatori della vecchia guardia che meglio conosce e che potrà sicuramente responsabilizzare più dei giovani. Ledesma tornerà al centro del gioco e riprenderà in mano le chiavi del centrocampo nel quale, appena sarà guarito, ritroverà posto anche Gonzalez, diventato un optional con Petkovic. Esperienza e sagacia tattica al servizio di una difesa che subisce troppi gol e che resta l’anello debole della formazione. Il momento è topico e bisogna fare quadrato per la causa.



IL RUOLO DI HERNANES

Oltre alle lacune difensive la Lazio dovrà risolvere pure quelle offensive, perché la squadra segna poco. Così, a supportare l’unica punta di ruolo Klose, l’allenatore avanzerà la posizione di Hernanes, un centrocampista che possiede notevoli capacità balistiche con entrambi i piedi. Mai, come in questo momento, alla Lazio, serviranno i gol del Profeta per tornare al successo. Il brasiliano avrà meno compiti di interdizione ma dovrà garantire una costante presenza in zona d’attacco, per incidere maggiormente nel gioco e andare anche a finalizzarlo. Il ritorno in campionato di Reja, dopo giorni di polemiche, comincerà con un match importante, dal quale il popolo laziale si attende segnali di risveglio. L’allenatore friulano non rappresenta il progetto ma, probabilmente, l’antidoto migliore per guarire la Lazio malata.
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