Da quando è partita la stagione, Supercoppa in primis, la Lazio balbetta, non convince e ha grosse difficoltà ad ingranare. Rispetto a un anno fa esatto, sembra quasi che il mondo attorno al tenico di Sarajevo si sia capovolto. Eppure, mettendoli a paragone, i risultati non è che siano così clamorosamente distanti da quelli attuali: dieci punti adesso dopo sei giornate, dodici punti dopo sei giornate un anno fa. Qualcosa sicuramente si è rotto.
LE ACCUSE
A Reggio Emilia con il Sassuolo se ne sono viste di tutti i colori, forse come mai da quando Petko siede sulla panchina laziale. Pare, innanzitutto, che dovesse cominciare la gara il giovane Perea, ma poi ci sarebbe stato un ripensamento. Naturale, quando si hanno dei dubbi pre-gara. Però da qui a non considerare per niente l’attaccante colombiano ce ne passa.
Non solo. Altra cosa che ha poco convinto è stata l’andamento della gara e le scelte effettuate, dove si è notato un gruppo di giocatori confusi, disorganizzati e privi d’identità di gioco e caratteriale. E i continui, anche inutili cambiamenti di modulo, ne sono la dimostrazione lampante. Una volta andati sul due a zero, poi, il tecnico non è stato capace di chiudere il match, inserendo calciatori di gamba, pronti al contropiede come lo stesso Perea, appunto, o meglio ancora Lulic e Felipe Anderson, pronto e scalpitante. Il brasiliano è costato alla Lazio nove milioni di euro, l’investimento estivo più costoso di Lotito, e fino ad ora ha collezionato zero minuti. Senza tener conto che Felipe e il bosniaco si sono riscaldati per una buona mezzora insieme a Cana, poi l’allenatore ha deciso di arretrare il baricentro mettendo dentro l’albanese, schierando così la difesa a tre e lanciando un bel messaggio agli uomini di Di Francesco, ma anche ai suoi. Per non parlare del “povero” Gonzalez al quale è stato chiesto di cambiare posizione per ben tre volte. Oppure a Pereirinha che aveva avvertito di non stare proprio benissimo prima del cambio di Cana, poi si è stirato.
IL PICCO
Oggi ci sarà il solito confronto tra Petkovic e la squadra, ma anche tra la società e il tecnico. Una riunione per fare il punto della situazione e, probabilmente, per correre ai ripari. C’è la sensazione che l’allenatore non sia pienamente convinto dell’organico e, sotto sotto, non vede l’ora che finisca la stagione per ringraziare e salutare tutti. Allo stesso tempo poi c’è la preoccupazione che la Lazio abbia raggiunto dal punto di vista mentale il suo massimo picco con la conquista della storica coppa Italia contro la Roma. E, ora come ora, trovare stimoli per fare meglio e raggiungere obiettivi più importanti, sembra essere una montagna troppo alta da scalare. E’ arrivato il momento che Petkovic si difenda dalle accuse, dia la scossa e riprenda il timone.
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