L'allenatore francese è convinto di aver fatto la scelta giusta venendo a Roma. «Sì, la Serie A è un campionato che ho scoperto. C'è una passione incredibile per il calcio in Italia. A Roma, è più che una passione, è una religione . È una bella esperienza da vivere dall'interno», ha proseguito a RmcSport. L'obbiettivo Champions è alla portata della Roma. «C'è stato un ottimo inizio con il record di dieci vittorie consecutive. La Juventus è una squadra stratosferica e dietro di loro ci siamo noi. Abbiamo una gara da recuperare (contro il Parma, ndr.) e faremo di tutto per mantenere la nostra distanza dal Napoli, che è terzo, ma anche di avvicinarsi alla Juventus».
Tornare a Lille non è nei piani di Garcia. «Mai dire mai. Ma per ora mi trovo molto bene a Roma. Ho scoperto uno dei principali campionati europei. Non sappiamo cosa ci riserva il futuro. Ma oggi voglio vincere dei titoli a Roma». Un sogno potrebbe essere
quello di guidare la nazionale francese. «Forse in un'altra vita. Per ora, non lo so. La nazionale francese è in buone mani con Deschamps. Sono molto contento che i Bleus vadano in Brasile. Io sarò il primo sostenitore della nazionale francese. Per ora, il lavoro del club mi si adatta come un guanto», conclude l'allenatore della Roma.
E' uscita in Francia l'autobiografia del tecnico della Roma, "Tutte le strade portano a Roma”. Ecco quando parla di Totti, ad esempio. «Quello che mi ha colpito subito di lui è stato lo straordinario tocco di palla, che lo distingue da qualsiasi altro giocatore. Vedendolo al lavoro, si ha la certezza di disporre di un calciatore di classe mondiale, della tempra di un Platini o di un Maradona. Una volta mi ha gratificato dell’appellativo di ‘allenatore del futuro’. Il complimento mi ha toccato il cuore, ma il futuro io lo concepisco soltanto con Francesco Totti alla testa di una Roma vincente».
Sulla generosità del presidente Pallotta, poi. «Un giorno si rivolse a Fred Bompard (collaboratore di Garcia, ndr) e gli chiese ‘cosa vuoi? cosa ti farebbe piacere?’. Fred adora lo champagne ma non ebbe il tempo di rispondere che si ritrovò con due Dom Perignon in mano. E tu Rudi?. Da quando ho abitato nella regione di Digione ammetto il mio debole per i vini di Borgogna. Pallotta prese un ferro, fece saltare il coperchio di una cassa di La Tache 1988 Domaine de la Romane’e-Conti e mi regalò due bottiglie. ‘Tieni, e’ per te’. Cavolo, che regalo: ognuna sarebbe costata 1.500 euro».
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