Europee, tra una settimana si vota per il Parlamento: si teme onda euroscettici

Europee, tra una settimana si vota per il Parlamento: si teme onda euroscettici
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Domenica 18 Maggio 2014, 15:22 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 15:14
Mancano pochi giorni alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo.

Dal 22 al 25 maggio oltre 300 milioni di cittadini europei andranno a votare per rinnovare i propri rappresentanti a Strasburgo. E sarà un voto carico di aspettative, il primo dopo la crisi economica che ha scosso le fondamenta dell'Unione Europea, in cui si confronteranno proposte diverse sul mix di crescita e rigore, ma tutte orientate al rilancio dell'occupazione in Europa.



E con le prossime elezioni, sotto l'incognita di un forte tasso di astensionismo, potrebbe entrare nell'Aula di Strasburgo una folta pattuglia di eurocritici, euroscettici e antieuro. Per l'Ue saranno le ottave elezioni per il rinnovo dell'Europarlamento, un appuntamento che si ripete dal 1979 e il primo a cui partecipa la Croazia, entrata nell'Unione nel luglio scorso, insieme agli altri Stati membri. I primi a votare fra i 28 Paesi Ue saranno i cittadini di Gran Bretagna e Olanda, che andranno alle urne giovedì 22 maggio, mentre alla maggior parte degli altri Paesi, fra cui l'Italia, toccherà domenica 25 maggio.



Ma i risultati definitivi, per evitare di influenzare chi deve ancora votare, saranno resi noti in contemporanea la domenica sera, quando le urne saranno chiuse ovunque.



Dopo Regno Unito e Olanda, venerdì sarà la volta di Irlanda e Repubblica Ceca e sabato 23 si recheranno ai seggi i cittadini di Lettonia, Malta e dei Territori francesi d'Oltremare. Domenica 25 sarà il giorno più importante, con il voto in Italia, Germania, Francia, Spagna, Polonia, Austria, Belgio, Svezia, Finlandia, Danimarca, Grecia, Lussemburgo, Portogallo, Bulgaria, Romania, Ungheria, Slovenia, Estonia, Lituania, Cipro e, per la prima volta, Croazia.



I cittadini europei voteranno per eleggere per un mandato di cinque anni 751 deputati, 15 in meno rispetto all'attuale Parlamento. L'Italia, come il Regno Unito, manterrà 73 seggi, la Francia ne avrà 74 e la Germania ne perderà 3, restando però il primo Paese rappresentato a Strasburgo con 96 parlamentari. La Spagna avrà 54 rappresentanti, la Polonia 51, la Romania ne perderà uno e scenderà a 32 e l'Olanda ne manterrà 26. Grecia, Belgio, Portogallo, Repubblica ceca e Ungheria avranno 21 parlamentari ciascuno, uno in meno rispetto ai numeri attuali. La Svezia eleggerà 20 eurodeputati, l'Austria 18, la Bulgaria 17 e 13 Danimarca, Slovacchia e Finlandia. Avranno 11 parlamentari Irlanda, Croazia e Lituania, 8 Slovenia e Lettonia e 6 Estonia, Cipro, Lussemburgo e Malta. Ma il voto del prossimo mese per il rinnovo del Parlamento europeo avrà una valenza politica più forte rispetto al passato.



Il Trattato di Lisbona, entrato in vigore nel 2009, prevede che l'Aula di Strasburgo elegga il presidente della Commissione europea, capo dell'esecutivo Ue, sulla base di una proposta fatta dal Consiglio europeo, presa «tenendo conto» dell'esito delle elezioni europee. Disposizioni che verranno applicate per la prima volta durante le elezioni del prossimo maggio. E sui 13 partiti politici europei, 5 hanno nominato un candidato come successore dell'attuale presidente della Commissione Ue, il portoghese Josè Manuel Barroso, che lascerà il prossimo autunno.



Il Ppe ha nominato Jean-Claude Juncker, ex primo ministro del Lussemburgo ed ex presidente dell'Eurogruppo, il Pse ha candidato Martin Schulz, attuale presidente del Parlamento Europeo, i Liberali e i Democratici hanno puntato su Guy Verhofstadt, ex primo ministro del Belgio e attuale leader del gruppo Alde in Parlamento, i Verdi hanno nominato una coppia di deputati, il francese Josè Bovè e la tedesca Ska Keller, mentre la Sinistra Europea ha proposto Alexis Tsipras, leader del partito greco Syriza.



Ma l'aspirazione dei partiti politici a scegliere il presidente della Commissione Ue sulla base dei risultati delle elezioni non piace a molti politici, fra cui il cancelliere tedesco Angela Merkel, il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy e l'ex presidente della Commissione Jacques Delors. Per vedere chi sarà il presidente dell'esecutivo Ue bisognerà quindi attendere martedì 27 maggio, giorno in cui è convocato a Bruxelles un vertice europeo straordinario dei capi di Stato e di governo. Anche se probabilmente i leader europei si prenderanno qualche settimana di tempo per decidere.



E se dalle urne dovesse emergere un risultato di sostanziale parità fra le principali forze in campo, Ppe e Pse, si potrebbero aprire nuovi scenari con nomi di mediazione, come quelli del direttore del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, o del commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn. In ogni caso il prossimo Parlamento europeo dovrebbe uscire trasformato rispetto agli assetti attuali, dove prevale il Partito popolare europeo.



Ora il Ppe conta 274 eurodeputati, in netto vantaggio rispetto ai 195 dei sociali e democratici di S&D. Inoltre il Parlamento uscente vede il gruppo Alde, l'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa, con 83 rappresentati, i Verdi con 58, e l'Ecr, i Conservatori e Riformisti europei, con 57. Seguono la Sinistra unitaria con 35 parlamentari ed Efd, Europa della Libertà e della Democrazia, con 31, mentre 33 deputati non sono iscritti a nessun gruppo.



A una settimana dalle elezioni europee la distanza fra Ppe e S&D continua a essere minima. Il Partito popolare europeo, secondo le proiezioni di 'Poll Watch 2014', avrebbe nel prossimo Europarlamento 212 seggi contro i 209 dei Socialisti & Democratici. Rispetto a un sondaggio di due mesi fa, S&D ha perso lo stretto vantaggio che aveva sul centrodestra. Il maggiore contributo alla risalita del Ppe arriva dalla Polonia e dalla Francia, mentre le intenzioni di voto per S&D sono leggermente diminuite in Francia, Polonia, Austria e Grecia. Fra gli altri gruppi Alde dovrebbe avere 63 deputati, la Sinistra unitaria 52 e 95 saranno i parlamentari non iscritti a gruppi.



Per quanto riguarda l'Italia, gli ultimi sondaggi, che risalgono al 9 maggio scorso, indicano il Pd al 33,6% con 27 seggi, M5S al 24,1% con 19 europarlamentari eletti, Forza Italia al 18,3% con 15 seggi, 4 per Nuovo Centrodestra, 4 per Lega Nord, 3 per L'Altra Europa con Tsipras e uno per il Sudtiroler Volkspartei. In ogni caso, secondo 'Poll Watch 2014', i tre principali gruppi centristi, Ppe, S&D e i liberali di Alde, caleranno «in modo considerevole» dai livelli attuali: dal 72% complessivo al 65% del prossimo Europarlamento.



L'aumento sarà tutto dei movimenti euroscettici, che, divisioni permettendo, potrebbero far eleggere oltre 90 deputati e riuscire a dar vita a un proprio gruppo nell'Aula di Strasburgo. I principali partiti ad avere buone prospettive sono il Front National di Marine Le Pen in Francia, l'Uk Independence Party (Ukip) di Nigel Farage in Gran Bretagna e il Movimento 5 Stelle in Italia. Ma i vari movimenti euroscettici e antieuro probabilmente non confluiranno nello stesso gruppo, che, per essere creato, ha bisogno di almeno 25 deputati da almeno 7 Stati membri. Fra Le Pen e Farage c'è scarsa sintonia politica e M5S non ha ancora comunicato se aderirà a un qualche gruppo.



Intanto la 'febbre' delle elezioni europee ha contagiato anche numerosi commissari Ue. Sei dei 28 commissari europei si sono candidati e hanno preso un congedo elettorale dai loro incarichi. Fra i commissari in congedo ci sono il responsabile agli Affari economici, Olli Rehn, e quello all'Industria, Antonio Tajani. Anche Viviane Reding (Giustizia), Janusz Lewandowski (Budget), Neven Mimica (Protezione dei consumatori) e Maros Sefcovic (Affari istituzionali) hanno chiesto l'aspettativa. In caso di elezione, i commissari che accetteranno il posto all'Europarlamento dovranno dimettersi dall'incarico in Commissione.
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