Willy ucciso, ergastolo cancellato: la parola alla Cassazione

Il 21enne di Paliano, aspirante chef, venne ucciso a pugni e calci senza motivo la notte tra il 5 e 6 settembre 2020, nel centro storico di Colleferro

Willy Monteiro Duarte
di Vincenzo Caramadre
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Martedì 9 Aprile 2024, 09:23 - Ultimo aggiornamento: 10:52

Omicidio di Willy Monteiro Duarte, l'aspirante cuoco di Paliani pestato a morte il 6 settembre 2020 a Colleferro, oggi ultimo atto in Cassazione. La Suprema corte dovrà pronunciarsi sul riscorso alle condanne pronunciate dalla corte d'appello di Roma il 12 luglio 2023 nei confronti di Marco e Gabriele Bianchi, ai quali sono stati inflitti 24 anni di carcere, ma anche per Francesco Belleggia e Mario Pincarelli ai quali sono state confermate rispettivamente le pene a 23 e 21 anni di reclusione.

CORTE D'ASSISE

La corte d'assise d'appello di Roma, dopo la condanna all'ergastolo in primo grado a Frosinone, aveva ridotto la pena a 24 anni per i fratelli Bianchi. Per cui all'esito del deposito delle motivazioni d'appello la procura generale è tornata a chiedere il massimo della pena, mentre i difensori degli imputati hanno "contestato" la sentenza di secondo grado ribadendo l'impianto difensivo che vedrebbe, dal canto loro, la qualificazione giuridica del fatto nell'omicidio preterintenzionale, vale a dire oltre le intenzioni.
«Non ci convince la qualificazione giuridica data ai fatti che secondo noi andava inquadrata nell'omicidio preterintenzionale, c'erano tutti gli elementi per ritenerlo configurabile», avevano spiegato gli avvocati Ippolita Naso e Valerio Spigarelli. Aggiungendo: «Andremo in Cassazione anche perché il fatto è lo stesso e identico per tutti e invece ancora rimane una diversità di trattamento sanzionatorio per tutti gli imputati». Così è stato.

LE MOTIVAZIONI

Nelle motivazioni dell'appello tuttavia è stato individuato «l'elemento soggettivo del delitto di omicidio volontario, nella forma del dolo eventuale». Perché i gli imputati «con la condotta violenta tenuta da ciascuno di essi, pur rappresentandosi che il brutale pestaggio potesse determinare la morte della vittima, hanno agito ugualmente non solo accettando il rischio ma palesando un'adesione psicologica all'evento poi verificatosi». Dunque la concessione delle attenuanti generiche è stata ancorata al «dolo eventuale» perché si colloca al livello più basso di intensità rispetto «al dolo intenzionale e al dolo diretto».

IL CONCORSO

Ma nella ricostruzione d'appello secondo i giudici, «la condotta degli imputati si è esaurita in un breve lasso di tempo (circa 40/50 secondi) e che il violento pestaggio è anche ascrivibile agli altri imputati». Ed ecco perché c'è stata la condanna anche per gli altri due imputati.

I FATTI

Il 21enne di Paliano, aspirante chef, venne ucciso a pugni e calci senza motivo la notte tra il 5 e 6 settembre 2020, nel centro storico di Colleferro, dopo che aveva trascorso la serata insieme ad amici nel locale "Due di Picche". La morte di Willy, nel dolore dei familiari parte civile con l'avvocato Domenico Marzi, innescò un vero e proprio dibattito sulle violenze urbane tra i giovani, tant'è che il Consiglio dei ministri nell'autunno del 2020 approvò una norma che ancora oggi porta il suo nome: il "Daspo Willy", che prevede il divieto di accesso ai locali di intrattenimento e ai pubblici esercizi per i protagonisti di disordini o atti violenza e a "soggetti che abbiano riportato una o più denunce o una condanna non definitiva, nel corso degli ultimi tre anni, relativamente alla vendita o cessione di sostanze stupefacenti o psicotrope". Ma tante sono state anche le iniziative a ricordo del 21enne di Palia, medaglia d'oro al valor civile. A dicembre scorso era stata inaugurata un monumento dedicato a Willy realizzato dall'artista Agostino Russo; poi c'è stata il restyling del murales in suo onore, sempre a Paliano.

GLI AMICI

Ma il processo di primo grado ha lasciato strascichi giudiziari anche per due giovani che testimoniarono.
La settimana scorsa la procura di Frosinone ha citato a giudizio un 33enne di Colleferro e una 28enne di Palestrina. Al ragazzo di Colleferro viene contestato di aver tentato di attenuare la posizione di Mario Pincarelli, suo amico con affermazione "contraddittorie e reticenti". Alla 28enne è stato imputata la contraddittorietà delle dichiarazione rilasciate davanti alla Corte d'assise di Frosinone rispetto a quelle rese ai carabinieri.

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