L’IRRUZIONE
E’ metà pomeriggio. Sono da poco passate le 16.30. La banca è già chiusa al pubblico. All’interno ci sono solo i dipendenti a sbrigare il lavoro e le pratiche di giornata. Nessun cliente. All’improvviso, spuntano in due vestiti da medici chirurghi: camice, mascherine sul viso per coprirsi il volto, guanti e pistola in pugno. Per i presenti sono minuti di paura, convulsi. Stando alla ricostruzione della polizia, che ha anche raccolto le testimonianze, immobilizzano gli impiegati. Uno viene minacciato con l’arma: gli intimano di aprire le casseforti. Ma ci vuole tempo, diversi minuti, perché sono computerizzate. Un rischio attendere. Così i due decidono di desistere, di fuggire, per evitare di stare a lungo nella filiale e di rischiare di incappare in qualche inconveniente non calcolato. Escono dalla banca e saltano su un’auto che si smarca tra i veicoli del traffico cittadino. Scatta l’allarme e sul posto arrivano carabinieri e polizia. Sulle prime ci sarebbe stato un inseguimento, tanto che più di qualche passante racconta di aver visto uomini delle forze dell’ordine a piedi tra le auto che affollavano l’arteria della zona bassa del capoluogo. Le ricerche dell’auto e dei fuggitivi vanno avanti serrate, ma fino a ieri sera dei banditi nessuna traccia.
LA DINAMICA
Chi si è introdotto nella filiale della Monti dei Paschi per mettere a segno una rapina ha studiato bene l’azione e la zona di manovra. Ne è convinta la polizia, che ha ricostruito l’incursione. I due che hanno agito, infatti, sono entrati nella filiale da una casa adiacente, disabitata. Hanno prima divelto una lamiera, poi sfondato parte della parete di cartongesso. Dal varco ricavato nel muro, sono così penetrati nei locali interni, piombando davanti ai dipendenti e seminando paura. Poi la fuga facendo il percorso inverso, passando dallo stesso buco.
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