La vicenda risale al 20 aprile del 2016 quando il 35enne che si trovava da solo nella sua villetta alla periferia della città. Ha un certo punto Dell’Unto ha sentito il sistema di allarme entrare in azione. L’imprenditore, intuendo che qualcuno era penetrato nella casa, è subito corso a prendere la sua Beretta calibro 9 legalmente detenuta. In un solo mese aveva già subìto sette tentativi di furto. Per questa ragione il trentacinquenne aveva deciso di acquistare un’arma. Quel giorno poi nell’abitazione c’era molto denaro perché ancora non aveva portato in banca gli incassi della giornata.
Qualcuno, a suo dire, sapeva che quella notte poteva mettere a segno un bel “colpo”. Non appena sceso al piano sottostante dove si trovava la porta di ingresso, l’uomo, secondo la sua ricostruzione dei fatti, si è trovato davanti ad uno dei malviventi. Gli altri, almeno quattro, avendo intuito di essere stati scoperti, si erano dati a precipitosa fuga. È stato a quel punto che il 35enne ha iniziato a sparare all’impazzata.
Dalle ricostruzioni effettuate dagli investigatori dieci i colpi che sarebbero stati ritrovati nell’area adiacente l’abitazione. Ma c’è di più. Gli operanti hanno ritrovato tracce di sangue nella zona adiacente alla villetta. La pistola, va detto, poteva essere detenuta soltanto tra le mura domestiche perché l’uomo non era in possesso del porto d’armi. I proiettili però sarebbero stati ritrovati anche all’esterno dell’abitazione, segno che l’arma da fuoco era stata portata all’esterno dell’abitazione.
Quegli spari erano stati uditi dai vicini che allarmati avevano allertato i carabinieri. L’uomo, difeso dall’avvocato Giampiero Vellucci, è finito sul registro degli indagati per i reati di porto abusivo di arma da fuoco e lesioni personali. Il pubblico ministero ravvisando gravi responsabilità da parte dell’imprenditore ha richiesto il suo rinvio a giudizio. Ieri mattina presso il tribunale di Frosinone si è tenuta la prima udienza. Nessuna costituzione di parte civile.
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