Frosinone, l'impianto Saf fermo fino alla fine dell'anno: rifiuti ciociari verso la Puglia

Frosinone, l'impianto Saf fermo fino alla fine dell'anno: rifiuti ciociari verso la Puglia
di Pierfederico Pernarella
3 Minuti di Lettura
Sabato 13 Novembre 2021, 10:09 - Ultimo aggiornamento: 13:48

Non più al nord, ma al sud. In Puglia. Dovrebbe essere questa la prossima destinazione dei rifiuti della provincia di Frosinone. Lo ha detto ieri il presidente della Saf, Lucio Migliorelli, ai sindaci riuniti in videoconferenza nella riunione convocata dal presidente della provincia Antonio Pompeo.

I problemi dell'impianto di trattamento dell'impianto di Colfelice, ha detto Migliorelli, non potranno essere risolti a breve, per cui è necessario trovare una soluzione da qui alla fine dell'anno.

Gli sbocchi trovati finora, ossia i termovalorizzatori in Nord Italia, non sono più praticabili perché quegli impianti non hanno più le disponibilità per trattare i rifiuti ciociari.

Migliorelli: «Non ci sono alternative»

Così si è fatta largo l'ipotesi della Puglia sulla quale stava lavorando la Regione Lazio. Il confronto, ha detto Migliorelli, è a buon punto e nelle prossime ore dovrebbe essere definito l'accordo. In questo caso i rifiuti della provincia di Frosinone verrebbero trattati da un impianto simile a quello della Saf.

Gli scarti della lavorazione non resteranno in Puglia, ma torneranno indietro per essere smaltiti nella discarica di Viterbo e nel termovalorizzatore di San Vittore nel Lazio. La Saf, quindi, in questa fase fungerebbe soltanto da punto di trasferenza per smistare i rifiuti dei Comuni ciociari verso il Sud Italia.

«Ad oggi - ha detto Migliorelli - non ci sono altre alternative». Ci saranno aumenti nei costi di gestione? Quasi sicuramente sì, ma in attesa che venga definito l'accordo non è possibile ancora quantificarli.

I controlli sull zinco 

L'impianto di Colfelice, stando a quanto riferito da Migliorelli, non tornerà in funzione prima della fine dell'anno. Il problema dello zinco e degli altri valori anomali non è stato ancora risolto. La Saf si è affidata all'università di Tor Vergata per venirne a capo. Non è escluso, ha detto Migliorelli, che la presenza di quei valori anomali sia legata alla nuova sezione dell'impianto, attivata a gennaio, per la bioessicazione.

«Per ora non c'è alcuna certezza, dobbiamo completare le indagini - ha precisato il presidente della Saf - I tempi sono purtroppo lunghi perché per avere i responsi delle analisi ogni volta bisogna attendere dai 10 ai 12 giorni. Comunque posso dire che i valori dalla scorsa settimana si stanno normalizzando».
Sembra essere quindi esclusa l'ipotesi che lo zinco dipendesse dai conferimenti dei Comuni.

Su questo punto Migliorelli ha precisato: «Abbiamo analizzato i rifiuti provenienti dai dieci Comuni più grandi e solo in un caso sono stati trovati valori anomali di zinco, ma con tutta probabilità tale circostanza non è legata al nostro problema. Anche se vi verrebbe la pelle d'oca se vi dicessi cosa stiamo trovando nei rifiuti portati soprattutto da quei Comuni che non fanno la raccolta porta a porta».

La nuova discarica

Nel corso della riunione è stato chiesto anche a che punto è la procedura per l'individuazione della nuova discarica di cui si sta occupando la Provincia. Il presidente Pompeo ha detto che nei primi mesi del prossimo anno verrà indetta un'assemblea dei sindaci dedicata solo a questo argomento. Per quel periodo, ha aggiunto Pompeo, dovrebbe essere pronto il lavoro di ricognizione delle aree idonee commissionato al Politecnico di Torino. Poi a quel punto si aprirà la fase di confronto con le amministrazioni locali.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA