Settefrati, è morto l'ex sindaco Vitti: l'impegno politico, la tv nel giorno di Andreotti e il legame con gli emigrati

Settefrati, è morto l'ex sindaco Vitti: l'impegno politico, la tv nel giorno di Andreotti e il legame con gli emigrati
di Stefano De Angelis
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Mercoledì 15 Settembre 2021, 17:44 - Ultimo aggiornamento: 17:55

Amava Settefrati al punto da dedicarsi anima e cuore al suo paese. Seguiva tutto in prima persona, dai lavori pubblici alle opportunità di sviluppo che si presentavano fino alle problematiche e alle battaglie da affrontare. Voleva che per la sua Settefrati fosse tutto perfetto. E voleva che l'altra Settefrati, quella degli emigrati, lontana migliaia di chilometri, non si sentisse mai sola. La voglia di adoperarsi e di rendersi utile per la comunità era parte di lui ed è rimasta inalterata anche di fronte all'inesorabile trascorrere del tempo. Ora il paese della Val di Comino è rimasto orfano di un protagonista della storia recente.

Si è spento nella propria abitazione, infatti, l'ex sindaco Domenico Vitti. Aveva 96 anni. I funerali si svolgeranno domani, alle 16, nella chiesa di Santo Stefano.

Era uscito di casa l'ultima volta tre giorni fa per andare alle Poste, a pochi passi dal palazzo comunale, il suo quartier generale per due legislature. Ha indossato la fascia tricolore per otto anni, dall'aprile 1987 al giugno del 1995. Un periodo non facile per l'intera Val di Comino, che, oltre alle sfide di sempre, quelle dell'occupazione e del rilancio, si era ritrovata dentro una piena emergenza, quella della ricostruzione post terremoto. Un sisma, quello del maggio '84, che aveva reso decine di case inagibili. E Domenico Vitti si rimboccò le maniche, anche perché temeva, tra l'altro, che più di qualcuno potesse lasciare il centro urbano e spostarsi a valle.

La passione per la politica si era materializzata da giovane. Tra i fondatori della sede locale della Dc, in molti ricordano ancora oggi quando, nel 1955, a trent'anni, con altri, accolse in piazza l'allora ministro Giulio Andreotti, con cui si consolidò una lunga amicizia: era il giorno dell'inaugurazione della sezione del partito.

Nel locale, vista la grande occasione, trovò posto anche un televisore, il primo schermo pubblico in paese, rigorosamente in bianco e nero, portato in regalo dallo stesso Andreotti. Da lì Vitti, dipendente comunale prima come vigile urbano e poi come impiegato negli uffici, aveva proseguito con convinzione il suo percorso fatto di impegno politico e civico, seguendo da vicino, fino all'ultimo, le dinamiche che animano lo scenario pubblico-amministrativo settefratese. Aveva ricavato tempo anche per un'altra sua forte passione, la scrittura, firmando articoli per un quotidiano e dando alle stampe un libro, “Racconto di guerra”, incentrato sui fatti avvenuti a Settefrati tra il '43 e il 44'. Nominato cavaliere della Repubblica nel 1979, era spiritualmente vicino ai salesiani di don Bosco: c'era anche lui nella Valle di Canneto, 36 anni fa, nel giorno dell'arrivo a sorpresa di papa Giovanni Paolo II. E riuscì a incontrarlo, a parlargli.

Con la scomparsa di Vitti, Settefrati perde una figura carismatica, un personaggio profondamente legato alla sua terra.

IL SINDACO FRATTAROLI

«E' stato un punto di riferimento per l'intera comunità - ha spiegato il sindaco Riccardo Frattaroli -. Lascia un grande vuoto. Per me era il sindaco dei sindaci, in quanto non aveva mai abbandonato la politica attiva. Aveva sempre una buona parola per tutti. Amava Settefrati e si è sempre battuto in favore del territorio, fornendo un contributo fondamentale. E' stato, inoltre, sempre al fianco dei cittadini emigrati all'estero: ci teneva molto. Non a caso il gemellaggio con Stamford, negli Usa, fu suggellato con Vitti sindaco. Abbiamo perso un pezzo di storia».

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