La ricostruzione dell'omicidio Palleschi
in un video realizzato dai familiari

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Martedì 24 Gennaio 2017, 10:31

Poco più di cinque minuti per raccontare l'efferato omicidio di Gilberta Palleschi. In un drammatico video realizzato dalla famiglia della professoressa di inglese uccisa il 1 novembre 2014 a Broccostella sono sintetizzati gli ultimi istanti di vita della donna, da quando esce dalla sua abitazione di via San Giuliano Sura fino a quando il suo corpo esanime viene gettato dal suo assassino in un bosco di Campoli Appennino. «Abbiamo voluto ricostruire gli ultimi istanti di vita di Gilberta perché non possiamo arrenderci al fatto che quel mostro possa farla franca - spiegano il fratello Roberto e la cognata Giuliana -. I giudici della Corte d'Assise d'Appello devono rendersi conto della pericolosità di un simile personaggio. Solo vedendo queste immagini si potrà prendere piena coscienza della sofferenza patita da Gilberta». Nel video, che potrebbe essere proiettato anche nelle scuole per sensibilizzare le coscienze verso la tematica della violenza sulle donne, si vede l'attrice che interpreta Gilberta passare sotto la casa del suo aguzzino per poi raggiungere la località di San Martino, dove si imbatte in Antonio Palleschi.
Il video è forte, suscita dolore e rabbia. Ma è proprio con questo intento che la famiglia lo ha voluto realizzare, proprio per arrivare al cuore di tutti, anche di chi dovrà giudicare il "mostro del Fibreno". Il prossimo 26 gennaio a Roma i giudici dovranno, infatti, decidere se confermare o meno l'infermità mentale di Antonio Palleschi e quindi se confermare la condanna di primo grado all'ergastolo come deciso dal Gup di Cassino. "Se Palleschi dovesse tornare in libertà potrebbe nuovamente uccidere senza pietà". Ne è convinta la famiglia Palleschi che dice: “L'assassino di Gilberta è capace d’intendere e di volere”. Ed è questa la conclusione cui è giunto il professor Alessandro Meluzzi, consulente della famiglia di Gilberta, una conclusione diversa da quella del perito della Corte d’assise d’appello di Roma, il prof. Ferracuti, che ha attribuito al muratore l'incapacità di intendere e volere al momento del fatto, riconoscendogli però la gravissima pericolosità sociale.

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