Delitto Morganti, i buttafuori in aula: «Aria tesa nel Mirò e abbiamo portato fuori Emanuele»

Delitto Morganti, i buttafuori in aula: «Aria tesa nel Mirò e abbiamo portato fuori Emanuele»
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Venerdì 10 Maggio 2019, 14:16 - Ultimo aggiornamento: 16:12
Processo Morganti: è il giorno dei buttafuori, quei ragazzi addetti alla sicurezza del club Mirò che la notte tra il 24 ed il 25 marzo del 2017 , mentre Emanuele veniva colpito a morte dal branco ( detenuti in carcere per l'omicidio sono Paolo Palmisani, Mario Castagnacci e Michel Fortuna) si trovavano in servizio all'interno del locale.
Per la cronaca va detto che tutti e quattro sono comparsi in udienza in qualità di testimoni. Usciti di scena un anno fa, (anche loro, in un primo momento, erano stati iscritti sul registro degli indagati per omicidio, rissa e false informazioni al pubblico ministero) Michael Ciotoli, 27 anni, Damiano Bruni, 27, Manuel Capoccetta, 29, e l'albanese Pjetri Xhemal, 33 anni ieri hanno rilasciato le loro deposizioni davanti alla Corte d'assise.
Il primo a salire sul banco dei testi è stato Manuel Capoccetta. Il teste ha riferito di aver accompagnato Emanuele fuori dal locale insieme al collega Ciotoli, proprio perché la situazione all'interno del pub era diventata incandescente. Una volta fuori, ha visto Mario Castagnacci, uno degli imputati, colpire sulla testa il povero Emanuele. Il ragazzo poi aveva cercato di scappare. Sul posto Gianmarco Ceccani, amico del cuore della giovane vittima, che, rivolto a Mario Castagnacci gridava : «Ma che stai facendo?».
«ADESSO CI PENSO IO»
Poi ha aggiunto di aver sentito Franco Castagnacci (l'uomo, che ha beneficiato degli arresti domiciliari, ieri sedeva accanto al suo avvocato Marilena Colagiacomo) pronunciare la seguente frase: «Adesso ci penso io».
Altro passaggio importante il fatto che il buttafuori non ha riconosciuto in Michel Fortuna quel ragazzo che subito dopo l'aggressione aveva visto scendere dalla piazza.
Ognuno dei buttafuori ha ricostruito la scena di quella notte dalla sua postazione. Ciotoli, che si trovava nella zona privè: L'albanese che si trovava davanti al bancone.
Tutti e quattro hanno concordato nel dire che una volta accompagnati i rissosi fuori dal locale non li avevano inseguiti, né tantomeno avevano raggiunto la piazza dove è stato trovato agonizzante il ventenne Emanuele Morganti.
Pjetri Xhemal, dal canto suo, ha riferito soltanto di aver visto Paolo Palmisani, uno degli imputati, impugnare uno svita-bulloni. Il buttafuori si è preoccupato subito di togliere quell'arnese dalle mani del ragazzo proprio per paura che potesse far del male a qualcuno.
Per quanto riguarda invece lo schiaffo che Emanuele avrebbe dato a Ciotoli è stato proprio lo stesso teste a negare un simile gesto. Lui da Emanuele non era stato nemmeno sfiorato.
Inutile dire che i buttafuori in aula hanno cercato di riscattarsi di fronte all'opinione pubblica che li ha sempre accusati di essersi disinteressati di quanto stava avvenendo a pochi metri da loro. Alla contestazione dell'avvocato Colagiacomo, che ha chiesto a Capoccetta come mai vedendo tutte quelle persone che seguivano Emanuele non aveva chiamato le forze dell'ordine, il teste ha risposto che non gli sembrava una cosa poi così grave. Prossima udienza il 20 maggio.
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