Il Consiglio di Stato, in pratica, ha confermato la sentenza del Tar sulla vicenda di una dipendente, già in servizio alle ferrovie dello Stato, trasferita in mobilità al Comune di Pastena nel 1992 e, nel giro di un anno, andata in pensione. La vicenda giudiziaria nasce dal fatto che il Comune si era limitato a comunicare la messa a riposo della dipendente all’amministrazione della Ferrovie ma non al ministero dell’Interno che, per altri quindici anni, finché non si era accorto dell’errore, ha assegnato al comune il contributo per mobilità. Ora il comune dovrà pagare.
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