Il candidato a sindaco Stefano Pizzutelli
«No ad opere populistiche,
sì al rilancio con fondi europei»

Il candidato sindaco Stefano Pizzutelli
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Lunedì 5 Giugno 2017, 16:55 - Ultimo aggiornamento: 17:12
L’INTERVISTA
Il Messaggero inizia da oggi una serie di forum con i candidati a sindaco sui problemi della città. Si parte con Stefano Pizzutelli. Classe 1966, è il candidato sindaco di “Frosinone in Comune”, un movimento civico supportato in queste elezioni anche da Pci, Prc e Sinistra Italiana. Di professione fa il commercialista. Gli slogan della sua campagna elettorale sono “Iami” (un’esortazione a muoversi in slang frusinate) e “Disegniamo la nostra città”.

Come si definirebbe in una parola?

«Controcorrente»

Qual è l’ultimo libro che ha letto?

“Anche le sante hanno una madre”, di Allan Gurganus

E il film preferito?

“Un cuore d’inverno”

Come definirebbe i suoi avversari? Partiamo da Cristofari.

«Simpatico».

Ottaviani?

«Onnipotente. In questo momento si sente così»

Incitti?

«Si definisce da sé, lo ha detto lui cos’è (il candidato di CasaPound si è autodefinito fascista,ndr)»

Bonaviri?

«Non la conosco, sospendo il giudizio»

Bellincampi?

«Brandizzato. I grillini non hanno un nome, hanno un marchio, un brand. Mi sono simpatici come persone e lo dico con dispiacere».

Frosinone si spopola sempre più, c’è una progressiva fuga dalla città. Cosa farà da sindaco per fermarla?

Per incrementare la popolazione bisogna creare le condizioni per lo sviluppo, mettendo in campo subito un’azione di pressione a livello politico per ottenere l’Alta Velocità, collegamenti con Roma più rapidi possibile. Così molta gente non avrà più nessuna esigenza di trasferirsi nella Capitale: con 35-40 minuti di distanza in treno da Frosinone in molti potrebbero venire a vivere qui. Vogliamo poi rilanciare la città come snodo e punto di riferimento per i servizi alle imprese, valorizzando le realtà che già ci sono e attirandone delle altre. Qui abbiamo già società di hosting. Mi piacerebbe creare aree di coworking. Se a Roma hanno pensato alla “Tiburtina Valley” perché non possiamo pensare in grande anche noi? Dobbiamo dunque sfruttare la leva fiscale per essere attrattivi verso chi vuole investire qui.

Per attirare nuovi residenti servono nuove costruzioni?

Assolutamente no. La filosofia è quella del consumo suolo zero: lo sanno tutti che il “costruito” qui è semivuoto. Con una crescita della città si riuscirebbe a vendere l’invenduto e c’è molto da fare sulla ristrutturazione, che va incentivata: così si farebbe ripartire il mercato dell’edilizia. Penso soprattutto al centro storico e a una sua riqualificazione strutturale.

Parco del fiume Cosa: tutti lo vogliono, ma concretamente come si intende realizzarlo?

Quando il mutuo per il Parco delle Fontanelle è stato deviato dall’amministrazione Ottaviani sugli interventi relativi al nuovo Stadio, il Comune si è impegnato con la Cassa depositi e prestiti a non chiedere più risorse per quel parco. E questo è già un indirizzo evidente. A marzo è venuto a Frosinone Antonio Tajani e Ottaviani non poteva far vedere di non avere nulla sull’Europa, a parte l’assessore Straccamore. Non c’era nemmeno uno Sportello Europa. Sui finanziamenti europei il sindaco si comporta come la volpe con l’uva: se non ci arrivi dici che è acerba. Se non arrivi all’Europa allora dici che non serve. Le strade per finanziare il Parco del Cosa ci sono. Ci sono progetti per i fondi europei, la strada del “Monumento naturale”. Ma mai si parte con queste procedure mai si arriva ai finanziamenti. Con l’iter del Monumento naturale, che passa per la Regione, il Comune diventa ente gestore ed elimina, tra le altre cose, tutto ciò che c’è di abusivo nell’area del fiume.

Puntate molto su una rivoluzione della viabilità. Ma dove si prendono le risorse?

In questa città il normale viene considerato straordinario: questo è uno dei peggiori difetti. La “pezza” messa per il Ponte Bailey si trasforma così in un “miracolo”. La nostra idea sul terzo asse viario, che parta dalla zona dell’Agenzia delle Entrate e arrivi a via Maria non è nostra: se il Piano regolatore esiste o lo modifichiamo (ci vogliono 5-10 anni) oppure cerchiamo di applicarlo. Una cosa per noi utile è poi chiudere via Le Rase fino alla Variante Casilina sud. Per interventi come quello per il terzo asse viario ci vogliono le risorse che sono state invece investite sul nuovo Stadio, circa 4 milioni. Non abbiamo possibilità di avere finanziamenti diretti: ci servono progetti per finanziamenti europei e regionali. Finora queste opportunità sono rimaste precluse, perché a Frosinone non facciamo mai progetti e non rispondiamo mai ai bandi.

Spesso belle idee e progetti si scontrano in Comune contro la burocrazia e l’apparato dei dirigenti dell’Ente. Cosa farebbe da sindaco su questo?

Sono per lo spoils system, su questo ho un’idea molto poco di sinistra. Credo che i dirigenti debbano essere scelti da chi “comanda” per non avere alibi e seguire concretamente l’indirizzo politico. Ma in questi anni, sull’Urbanistica ad esempio, c’era il dirigente ma non c’era un assessore a dare l’indirizzo politico. Se fossi eletto riunirei subito i dirigenti per dare loro indirizzi politici chiari. E il sistema premiale deve essere serio: se raggiungi obiettivi precisi e misurabili prendi i soldi. Non possono essere premiati tutti quanti con il massimo.

La prima cosa che farebbe da sindaco?

Mi piacerebbe incontrare tutto il personale del Comune e stimolare quelli che fanno di meno a fare di più, con la spinta della necessità di rilanciare questa città. Se dovessi vincere le elezioni mi troverei in una situazione nella quale a giugno tutti i soldi sono già stati spesi. Per l’incarico relativo al collaudo statico sulla tribuna del Casaleno si è fatto ricorso al fondo di riserva: vuol dire che i soldi sono già finiti. La prima cosa sarà dunque trovare le risorse e creare uno Sportello Europa all’altezza, con una squadra di persone dall’alta caratura tecnica per puntare a quei finanziamenti.

Secondo lei il sindaco uscente la teme più per la corsa alla fascia tricolore o come eventuale opposizione nella prossima consiliatura?

Noi crediamo di poter parlare a quel terzo di cittadini che sono indecisi e quella grossa fetta di elettorato che è demotivata rispetto al fatto di andare a votare. Arrivare al ballottaggio sarebbe stupendo. Se invece Ottaviani dovesse confermarsi sindaco e trovare sui banchi della minoranza noi, ma anche i 5 Stelle, credo che non sarà in grado di gestire una vera azione di opposizione. Ha paura di questo. Con “Frosinone in Comune” all’opposizione non durerebbe 5 anni.

In caso di ballottaggio che non dovesse vedervi protagonisti che indicazioni dareste agli elettori?

Lasceremmo liberi i nostri elettori di scegliere secondo coscienza.
L’ambiente è un punto cruciale del suo programma: quali le misure concrete che attuerebbe subito da sindaco?
La prima cosa da fare è comprare i dispositivi mangia-polveri Apa, con una spesa di 10mila euro. E partire con un progetto integrato volto a rivedere il contratto del trasporto pubblico locale, oltre ai progetti per la mobilità alternativa. Daremmo vita subito a un contratto con la città sull’inquinamento. Metteremmo in campo piste ciclabili e zone a traffico limitato

Sulle ztl non teme di poter diventare impopolare agli occhi dei commercianti?

A me non interessa essere rieletto, ma fare le cose per il bene della città. Qual è la differenza fra quello che penso di voler fare e quello che ha sempre fatto il regime democristiano di cui Ottaviani è l’emblema? Che non si fanno opere populistiche. Lo stadio è l’emblema del populismo. E anche nell’opposizione attuale nessuno parla di come è stato fatto lo stadio, hanno paura di perdere i voti dei tifosi. Lo disse Stirpe: la società poteva fare tutto lo stadio da sola.




(I Forum sono a cura
di Luciano D’Arpino, Alessandro Redirossi
e Gianpaolo Russo)
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