Discarica Le Lame, il caso in Parlamento.
Il dirigente indagato: «Ho fatto quello che potevo»

Da sinistra Francesco Acanfora, Giuseppe Pettenati, Marcello Taglialatela e Marco Ferrara
di Alessandro Redirossi
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Sabato 25 Marzo 2017, 16:12
«Ho fiducia in me stesso. Sono sicuro di aver fatto tutto quello che potevo».Così Francesco Acanfora, dirigente comunale che figura fra i quattro indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’ex discarica di via Le Lame, è intervenuto in occasione della visita a Frosinone del deputato della Commissione Ambiente Marcello Taglialatela (Fratelli d’Italia). Il sito da 625mila tonnellate di rifiuti fu sequestrato nel 2014 dopo i rilievi disposti dall'Autorità giudiziaria, che si sono concentrati sugli interventi di messa in sicurezza. Infatti si è registrata una penetrazione nel terreno del percolato, giunto a inquinare le falde acquifere. Nel 2015 l'area è stata subperimetrata nel sito di interesse nazionale Bacino del fiume Sacco. Vista la competenza statale, Taglialatela con un'interrogazione parlamentare ha chiesto al Ministro dell'Ambiente cosa intenda fare «per fronteggiare l'emergenza ambientale e sanitaria». Ieri, nella conferenza organizzata da Giuseppe Pettenati dell’associazione Movimento difesa del cittadino, Taglialatela ha annunciato che nel prossimo question time alla Camera tornerà a incalzare il Ministro: «Per la bonifica si deve intervenire con fondi ministeriali». Il consigliere comunale frusinate di FdI Marco Ferrara osserva: «Il tentativo di intervento comunale  si è arenato di fronte a preventivi superiori ai 50 milioni di euro. Ringraziamo l'onorevole Taglialatela, purtroppo la voce dei parlamentari del territorio su questo caso non si fa sentire». Pettenati, dell'Mdc, ha osservato: «Siamo stati fra le associazioni che hanno gettato una luce sul caso dell'ex discarica. Siamo contenti che ora la questione sia arrivata in Parlamento». A ripercorrere in parte la storia della ex discarica è stato proprio il dirigente comunale all'Ambiente, l'architetto Acanfora. Per le opere di messa in sicurezza dell’area dal 2004 in poi sono stati investiti oltre 8 milioni di euro, con finanziamenti regionali nell’ambito degli Accordi di Programma Quadro: il primo da circa 2,6 milioni di euro e il secondo di circa 6 milioni. «Parliamo di messa in sicurezza di emergenza e non di bonifica – ha detto Acanfora – Il problema è che secondo le attuali norme tecniche non è possibile effettuare lì una copertura conforme alle norme, per problemi di pendenza. I pareri richiesti in conferenza dei servizi agli enti circa la possibilità di derogare a queste norme non sono stati resi. Riteniamo - ha aggiunto - che a distanza di anni sia il caso di ripetere alcune opere di tenuta idraulica e abbiamo coinvolto l'università.Invitiamo il Ministero a riprendere la conferenza dei servizi».
 
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