Cassino, botte alla moglie, patteggia due anni. Niente carcere: ottiene la pena sostitutiva

Nel 2023 l'ex moglie aveva chiesto aiuto e l'uomo era finito in cella

Cassino, botte alla moglie, patteggia due anni. Niente carcere: ottiene la pena sostitutiva
di Vincenzo Caramadre
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Venerdì 5 Aprile 2024, 06:53

Patteggia due anni per maltrattamenti e lesioni personali alla moglie, ma per effetto della Cartabia non andrà in carcere ed avrà il permesso di lavorare.

L'uomo, un 45enne cassinate, dopo la sentenza del Gup del tribunale di Cassino, dunque, non andrà in cella, dov'era finito, invece, lo scorso autunno dopo le ripetute violenze messe in atto nei confronti della consorte alla presenza dei figli minori.
Non ci andrà perché i suoi avvocati, Luca Forte e Federico Gallaccio, dopo aver raggiunto l'accordo sulla pena con il pubblico ministero Andrea Corvino, hanno chiesto al giudice Alessandra Casinelli l'applicazione della detenzione domiciliare lavorativa. Un nuovo istituto introdotto nell'ordinamento penale dalla Riforma Cartabia, che prevede per le condanne "brevi", vale a dire non superiori ai quattro anni la detenzione domiciliare alternativa al carcere. E così è stato: il 45enne non tornerà più in cella, sarà in regime di detenzione domiciliare.
Per l'applicazione della pena sostitutiva, il giudice può avvalersi, come in questo caso, dell'elaborazione di un programma di trattamento da parte dell'Ufficio Esecuzione Penale Esterna, che svolge un ruolo chiave nel determinare quella che potrà essere una pena volta all'effettivo reinserimento sociale del condannato.

LA RICOSTRUZIONE

I fatti per i quali il cassinate era finito a processo sarebbero andati avanti per quasi sette anni.
Nel 2023 la donna che gli era accanto decide di denunciare tutto. L'episodio più grave una notte, quando alla presenza dei figli piccoli nel corso di un litigio prese a calci e pugni la donna facendole perdere i sensi con la rottura dell'osso nasale. Da qui l'accusa di maltrattamenti aggravati, perché commessi alla presenza dei figli, e lesioni. La procura ha chiesto e ottenuto il processo con il giudizio immediato che, però, non si è mai celebrato perché c'è stata la richiesta di patteggiamento.
Ora con la sentenza il 45enne sconterà la pena ai domiciliari e avrà tutto il tempo di poter lavorare e riabilitarsi nella società, proprio come indica la costituzione e la legge in materia di esecuzione penale.

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