Seminudi alla meta, gli azzurri del rugby a meno 160° gradi a Porta Pinciana: la crioterapia dei giganti

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Metti un rugbysta seminudo e sotto zero, molto sotto zero, in centro a Roma, a mezzogiorno e in una zona di grande passaggio come Porta Pinciana: dai 16 gradi dell'assolata giornata capitolina ai meno 160 gradi che in natura si registrano solo nello Spazio. Altrimenti serve l'Icemobile della nazionale di rugby. Una lunga colonna di ragazzoni abbigliati solo con i pantaloncini che entrava e usciva dal camion-furgone dal portello spalancato su Corso d'Italia: una processione che non poteva che richiamare l'attenzione di parecchi passanti. 
Ecco allora Angelo Esposito, Sebastian Negri e David Sisi (1,96 m per 117 chili) che a turno, agli ordini del preparatore atletico Giovanni Sanguin, ex azzurro di lancio del martello,  entrano nella "criocamera" mobile parcheggiata - dopo aver chiesto l'autorizzazione, naturalmente - davanti all'albergo dov'è scesa la nazionale di rugby che sabato affronterà il Galles all'Olimpico alle 17.45 nel secondo turno del Sei Nazioni.
La criocamera ad azoto permette di abbassare fino a temperatore spaziali l'ambiente dei cilindri metallici in cui entrano i rugbysti: inizialmente meno 60 gradi, poi meno 110 gradi e infine meno 160 gradi. Un ciclo dura poco più di due minuti e permette di ridurre infiammazioni e periodi di recupero dopo i traumi e soprattutto i microtraumi (gli ematomi, i lividi, insomma) che in un gioco di contatto come il rugby sono la norma. Inizialmente questa terapia poteva essere effettuata solo in centri specializzati, ma i suoi benefici sono tali che la nazionale ha deciso da anni di dotarsi una criocamera mobile. Difficlmente però queste "sedute" glaciali hanno come teatro luoghi storici  e così esposti e affollati come Porta Pinciana. A quanto risulta nessun passante si è lamentato dello show, anzi, qualcuno ha dato appuntamento all'Olimpico.
(Paolo Ricci Bitti)

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